Ecco il lockdown climatico: vietato anche solo fare una passeggiata | Devi rinchiuderti in casa
L'emergenza climatica costringe le persone a restare a casa. L'inquietante voce si aggira sul Web. (Pexels Foto) - financecue.it
L’emergenza climatica costringe le persone a restare a casa. L’inquietante voce si aggira sul Web. Quanto c’è di vero?
Durante il lockdown, molte imprese hanno subìto una sospensione totale delle attività. I settori più colpiti sono stati commercio, ristorazione, turismo e cultura. La copertura potrebbe non aver compensato le perdite strutturali né garantito continuità operativa.
La pandemia ha accelerato la digitalizzazione forzata. Molte imprese hanno convertito i servizi in modalità online, attivando e-commerce, consulenze da remoto e sistemi di pagamento digitali. Questa transizione ha richiesto investimenti non previsti, senza supporto adeguato.
Le restrizioni sanitarie hanno modificato la logistica interna delle imprese. Distanziamento, sanificazione, turni ridotti e smart working hanno trasformato la gestione quotidiana. I protocolli di sicurezza hanno inciso sui costi fissi, mentre la produttività è rimasta instabile.
Molte imprese hanno chiuso dopo il secondo lockdown. Le microattività, prive di riserve e accesso al credito, non hanno retto l’impatto. La ripresa ha lasciato indietro interi settori, senza piani di reinserimento o compensazione. Cosa succede?
Il lockdown durante la pandemia
Il lockdown ha evidenziato la fragilità del tessuto imprenditoriale italiano. Le imprese con meno di dieci dipendenti hanno subito le conseguenze più gravi, con cali di fatturato superiori al 70%. La crisi ha colpito anche le filiere, con effetti a catena.
La pandemia ha trasformato il rapporto tra imprese e territorio. Le attività locali hanno perso il contatto diretto con la clientela, mentre le piattaforme digitali hanno assorbito quote di mercato. La questione potrebbe ripetersi? Voci inquietanti si starebbero diffondendo sul Web.

Il caso
In Nuova Scozia non è in corso alcun climate lockdown, ma sono state attivate chiusure temporanee dei boschi per motivi ambientali concreti. Secondo Recreation Nova Scotia, dal 5 agosto 2025 è stato vietato l’accesso a sentieri, foreste e parchi su tutto il territorio provinciale a causa del rischio incendi, con restrizioni estese anche ai terreni privati. Così chi abitava lì potrebbe essersi sentito come nel lockdown, ma la realtà non è come viene rappresentata sui social.
La Shubenacadie Canal Commission ha confermato la chiusura di percorsi come Shubie Park e Portobello Incline Plane, mentre CBC News ha riportato le difficoltà di residenti e turisti, colti di sorpresa dalle restrizioni imposte dall’alto. Sul Web circolano video e post che parlano di un presunto divieto permanente di camminare nei boschi, associato a teorie sul controllo climatico. Queste narrazioni non hanno alcun riscontro nelle fonti ufficiali.
