Cenare fuori costa sempre di più: perché andare al ristorante è diventato un lusso per molti italiani
Cenare fuori in Italia è sempre più costoso: tra inflazione, rincari e nuove abitudini, ecco cosa sta cambiando e cosa ci aspetta.
Andare al ristorante per una pizza, una cena in coppia o una serata tra amici è da sempre una delle abitudini più amate dagli italiani. Ma oggi quel piacere ha un prezzo più salato. Uscire a cena è diventato sensibilmente più costoso rispetto al passato, tanto che molti consumatori iniziano a selezionare con attenzione locali e occasioni per limitare le spese. Il rapporto Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) su dati ISTAT mostra che nel 2024 i prezzi nei servizi di ristorazione sono aumentati di circa +3,2% rispetto al 2023.
A incidere su questo fenomeno sono diversi fattori economici e strutturali. In primis, l’inflazione generale ha colpito duro: i costi delle materie prime alimentari, dell’energia e del personale sono cresciuti, e le attività di ristorazione si sono trovate costrette a ritoccare i listini. Ma non è solo una questione di numeri. La pandemia ha lasciato strascichi economici significativi per il settore, che ora tenta di recuperare le perdite in un contesto di consumi più prudenti e discontinui.
Il divario tra città e provincia si è ampliato. Milano, Roma, Firenze e Bologna figurano oggi tra le città più care per una cena fuori, con menù fissi che raramente scendono sotto i 25-30 euro a persona, anche per ristoranti di fascia media. I costi aumentano ulteriormente quando si aggiungono vino, dolci o aperitivi. Quindi una serata completa in una grande città può facilmente superare i 50 euro a testa. In aree meno centrali, però, è ancora possibile trovare offerte più accessibili, soprattutto nei locali a conduzione familiare o nelle zone meno battute dal turismo.
Nonostante i rincari, la voglia di convivialità non si è spenta. Secondo un’indagine di AstraRicerche, circa la metà degli adulti tra i 18 e i 65 anni pranza almeno una volta a settimana al ristorante, con una netta prevalenza tra gli uomini e, in particolare, tra i giovani della Gen Z.
In ogni caso è crescente una maggiore attenzione a promozioni, sconti e menù a prezzo fisso. Le piattaforme digitali, inoltre, hanno incentivato un approccio più consapevole alla scelta del ristorante, permettendo di confrontare prezzi e recensioni prima di prenotare.
Le cause del caro-cena: tra costi fissi e nuovi trend
Il caro-cena italiano affonda le sue radici in un insieme complesso di cause. Il prezzo delle materie prime è cresciuto fino al 30% in alcuni settori (soprattutto per oli, farine, formaggi e carne), mentre le bollette di luce e gas, nonostante alcuni cali recenti, restano elevate rispetto al periodo pre-crisi energetica. A questo si aggiunge la difficoltà di reperire personale qualificato, che ha spinto molti ristoratori ad aumentare gli stipendi o ridurre i giorni di apertura.
Allo stesso tempo, si sta diffondendo un’idea di ristorazione più esperienziale e meno “quotidiana”: più attenzione al design, alla cucina gourmet o alle proposte sostenibili, ma a fronte di costi inevitabilmente più alti. I clienti, in risposta, iniziano a selezionare con cura le uscite, riservandole a occasioni speciali piuttosto che alla routine settimanale.
Prospettive future tra sfide e cambiamenti
Guardando avanti, le prospettive restano incerte. Le associazioni di categoria chiedono sostegni concreti e riduzioni fiscali per alleggerire il carico su un settore che rappresenta una parte importante dell’economia nazionale. Tuttavia, il ritorno ai livelli di accessibilità pre-pandemia sembra ancora lontano, soprattutto nelle grandi città.
Nel frattempo, emergono nuove forme di socialità e consumo: dalle cene casalinghe tra amici alla riscoperta dei piccoli locali di quartiere, passando per l’aumento del food delivery anche per piatti elaborati. Il piacere di mangiare fuori rimane, ma sta cambiando forma e frequenza. E con lui, anche il modo in cui gli italiani vivono il tempo libero.

