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Gli influencer ne sanno una più del diavolo: milioni di entrate e zero tasse pagate | Le istituzioni chiudono un occhio

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Pubblicità degli influencer (Canva foto) - www.financecue.it

Pubblicità occulte e numeri gonfiati: quando il silenzio delle istituzioni fa rumore, ecco il trucco degli influencer.

In un’epoca in cui l’attenzione vale più dell’oro, la fiducia degli utenti online è diventata la vera moneta. Eppure, in certi angoli del web, questa fiducia viene messa a dura prova da comportamenti poco trasparenti. Alcuni volti noti dei social, invece di rafforzare il legame con i propri follower, alimentano un sistema in cui regole e onestà sembrano optional.

Il confine tra condivisione spontanea e pubblicità mascherata è sempre più sottile. Chi guarda un contenuto su Instagram o TikTok spesso non immagina che dietro una “semplice recensione” ci siano accordi economici mai dichiarati. A farne le spese non è solo il consumatore, ma anche la credibilità dell’intero settore del marketing digitale.

Le autorità di controllo, pur consapevoli del fenomeno, sembrano muoversi con estrema cautela. Interventi poco incisivi, mancanza di sanzioni e impegni generici sono la norma. Il risultato è un terreno fertile per comportamenti opachi, che restano impuniti e si replicano con facilità.

Nel frattempo, i guadagni continuano a crescere e le irregolarità restano nell’ombra. Ci si chiede se davvero la responsabilità debba ricadere solo su chi crea contenuti, o se le istituzioni abbiano rinunciato a far valere il proprio ruolo. Il dubbio si fa più concreto quando si osservano i casi più recenti.

Un sistema che premia l’astuzia e non la trasparenza

Il caso sollevato da Massimiliano Dona su Instagram racconta molto di ciò che accade dietro le quinte dell’influencer marketing. Una nota influencer, protagonista della vicenda, ha costruito la propria visibilità promuovendo strutture ricettive come ristoranti, hotel e spa, senza dichiarare di aver ricevuto compensi o servizi in cambio. Una strategia che inganna il consumatore, spingendolo a fidarsi di consigli apparentemente spontanei.

A rendere la situazione ancora più controversa, c’è l’ammissione pubblica della stessa influencer di aver acquistato follower. Un’operazione che falsa la percezione di popolarità e influenza, ma che non ha portato a nessuna sanzione da parte delle autorità. In sede Antitrust, infatti, la protagonista della vicenda si è limitata a un generico impegno a rispettare la normativa. Fine della storia.

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Regole per gli influencer (Canva foto) – www.financecue.it

Quando le regole diventano facoltative

Il punto più critico resta proprio l’assenza di conseguenze. Come evidenziato nel reel, l’influencer coinvolta non ha subito alcuna sanzione concreta, nonostante le pratiche scorrette siano state accertate. “Vi sembra normale?”, chiede Dona con tono provocatorio, sottolineando l’inadeguatezza delle istituzioni nel garantire trasparenza.

Questo episodio non è isolato. Fa parte di un meccanismo più ampio, in cui l’assenza di controlli efficaci lascia spazio a chi sfrutta le falle del sistema. Mentre l’influencer marketing continua a generare milioni, le regole restano spesso scritte sulla carta, ignorate nella pratica. E la credibilità, ancora una volta, paga il prezzo più alto.