Secondo l’INPS non ne hai diritto: la verità però è un’altra | Corri subito a prenderti i soldi che ti spettano

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Anche in questi, potresti aver diritto all’assegno sociale: ecco cosa sapere davvero e cosa l’INPS non ti dice in modo diretto.
La burocrazia, spesso percepita come distante e inaccessibile, può diventare un ostacolo concreto per chi si trova in condizioni di difficoltà. Molte richieste di prestazioni sociali vengono respinte per motivi che sembrano legittimi sulla carta, ma che in realtà nascondono interpretazioni discutibili delle normative. In questi casi, ciò che appare come una decisione definitiva, può non esserlo affatto.
Tra le pratiche più complesse da gestire, vi sono quelle legate all’assegno sociale, una misura destinata a chi versa in condizioni economiche particolarmente fragili. L’errore, però, è pensare che basti presentare i documenti richiesti per ottenere il beneficio: in realtà, l’accesso dipende da valutazioni soggettive, spesso influenzate da elementi che non sempre riflettono la reale situazione economica del richiedente.
Un aspetto spesso frainteso riguarda il mantenimento dopo una separazione o un divorzio. Secondo alcune interpretazioni, la sola possibilità di ricevere un assegno dall’ex coniuge può influenzare negativamente l’esito della richiesta di assegno sociale, anche se quella somma non è mai stata incassata. Questo approccio, che fa leva su redditi solo teorici, ha portato molti a ricevere una risposta negativa da parte dell’INPS.
In questi casi, è facile sentirsi disorientati e rassegnati. Ma la legge non è sempre dalla parte dell’ente che respinge. Le recenti segnalazioni mostrano come alcune decisioni dell’INPS possano essere messe in discussione e, in determinate condizioni, ribaltate.
Quando un rifiuto non è la fine
L’INPS gioca un ruolo chiave nell’erogazione dell’assegno sociale, ma le sue valutazioni non sono infallibili. L’istituto, infatti, può basarsi su criteri interpretativi che rischiano di escludere chi, invece, ha tutti i requisiti per ricevere il beneficio. Questo avviene, ad esempio, quando si considerano come “redditi potenziali” delle somme che il richiedente non percepisce realmente.
In particolare, viene contestata la prassi di rifiutare l’assegno sociale a chi ha formalmente rinunciato all’assegno di mantenimento da parte dell’ex coniuge. Ma, come sottolinea il profilo Instagram ricorso_facile, “conta solo il tuo bisogno economico reale, non i redditi ‘potenziali’ mai percepiti”. Di conseguenza, un diniego basato su questo presupposto può essere impugnato.
La verità dietro il diniego dell’INPS
Il cuore della questione sta nel fatto che l’INPS può negare l’assegno sociale sostenendo che l’ex coniuge avrebbe potuto versare un mantenimento, anche se ciò non è mai avvenuto. Questa interpretazione, però, non trova sempre fondamento giuridico. Secondo gli esperti, la rinuncia volontaria a un mantenimento non annulla il diritto a ricevere l’assegno sociale, se la condizione economica della persona resta critica.
In questi casi, come evidenziato nel contenuto social citato, il diniego dell’INPS è legalmente contestabile. “Secondo l’INPS non ne hai diritto”, si legge nel titolo del reel, ma la verità è ben diversa: se il bisogno economico è reale e documentabile, la rinuncia al mantenimento non può essere usata come motivo per negare un sostegno fondamentale. Con il giusto supporto, è possibile ottenere ciò che spetta.