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Nuova tassa dall’Europa: altri soldi da versare allo Stato | La guerra ci sta affamando

Meloni Von Der Leyen

Una nuova tassa europea potrebbe arrivare, con un costo extra diretto per le famiglie. Cosa sta succedendo? (screenshot governo.it) - financecue.it

Una nuova tassa europea potrebbe arrivare, con un costo extra diretto per le famiglie. Cosa sta succedendo?

Gli aumenti della spesa energetica hanno colpito l’Italia. Dopo il picco del 2022, il costo dell’elettricità resta superiore del 30% rispetto ai livelli pre-guerra. Le famiglie pagano bollette più alte, le imprese subiscono rincari. La guerra in Ucraina ha reso instabile ogni previsione di approvvigionamento.

Il rallentamento del commercio internazionale ha ridotto le esportazioni italiane verso Germania e paesi dell’Est. La recessione tedesca ha tagliato ordini e investimenti. Il caro energia e la stretta monetaria hanno aggravato la situazione.

La guerra ha accelerato la corsa al riarmo europeo. L’Italia ha aumentato la spesa militare, con impatto diretto sul bilancio pubblico. I fondi destinati a difesa e sicurezza sottraggono risorse a sanità, scuola e welfare. La pressione fiscale indiretta potrebbe crescere.

L’instabilità geopolitica ha aumentato il rischio cyber. Le infrastrutture italiane sono sotto sorveglianza. Attacchi a sistemi energetici e sanitari sono stati sventati, ma il costo della protezione digitale è salito. Cosa succede all’economia italiana?

Le conseguenze sull’economia italiana

Nel triennio 2022–2024, l’Italia ha subito un impatto economico stimato in 171,4 miliardi di euro a causa della guerra in Ucraina per confartigianato.it. Le conseguenze sono minori esportazioni, aumento dei tassi d’interesse, rincari energetici e instabilità nei mercati.

Le imprese hanno affrontato oneri finanziari crescenti, mentre le famiglie hanno visto erodere il potere d’acquisto. La crescita del PIL italiano ha resistito meglio rispetto ad altri Paesi europei, ma la pressione resta alta. Una nuova tassa sta per arrivare.

Guerra
Guerra (Canva Foto) – financecue.it

La nuova tassa

Dal 2028 entrerà in vigore una nuova Plastic Tax europea. La tassa colpisce gli imballaggi non riciclati. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dalla plastica vergine e incentivare l’economia circolare. Per l’Italia, che importa oltre 1,5 milioni di tonnellate di imballaggi plastici l’anno, la pressione sarà alta. Le imprese dovranno investire in tecnologie di riciclo e riprogettazione, mentre i consumatori vedranno aumenti di prezzo su prodotti confezionati.

Il rischio è un passaggio dei costi lungo tutta la filiera, con impatto su alimentari, cosmetici e beni di largo consumo. La tassa sarà calcolata su base nazionale, ma con obbligo di versamento all’Unione Europea. Le aziende che non si adegueranno rischiano sanzioni e perdita di competitività. La nuova normativa impone anche tracciabilità e certificazione dei materiali riciclati, aprendo scenari di controllo e verifica più rigidi. Per chi opera nel packaging, nella logistica o nella grande distribuzione, questa tassa pesa. La notizia arriva da economiacircolare.com.