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Mezzo miliardo di euro tagliato dai fondi scolastici: il futuro dei nostri figli in bilico | Studiare sarà impossibile

Mezzo miliardo di euro tagliato dai fondi scolastici: il futuro dei nostri figli in bilico | Studiare sarà impossibile

Giorgia Meloni (giorgiameloni.it/Canva) - financecue.it

L’istruzione, in Italia, sta vedendosi tagliare sempre più fondi, negli ultimi anni; e questo rende difficile persino il pagare i docenti.

La scuola, in Italia, rappresenta un pilastro fondamentale della società, poiché garantisce istruzione, formazione e crescita personale, a tutti i giovani. Sebbene, nel corso dei decenni, il sistema scolastico italiano abbia attraversato riforme e cambiamenti, adattandosi infatti alle esigenze culturali e sociali del Paese.

L’istruzione è obbligatoria dai 6 ai 16 anni, e prevede un percorso il quale accompagna gli studenti dalla scuola primaria, fino al biennio delle scuole superiori. Assicurando, quindi, a tutti i ragazzi, una base culturale solida, e competenze essenziali per affrontare il futuro.

Il sistema si articola in diversi gradi: scuola dell’infanzia, primaria, secondaria, di primo grado, e secondaria di secondo grado, con indirizzi che spaziano poi dai licei agli istituti tecnici e professionali. Facendo sì che ogni percorso offra opportunità differenti, in base agli interessi e alle aspirazioni degli studenti.

Dunque, nonostante le svariate difficoltà strutturali, come le disparità fra regioni, e la necessità di aggiornare edifici e programmi, la scuola italiana continua a esser comunque un luogo centrale di socializzazione, apprendimento, e crescita civica.

Tagli milionari all’università

Il governo ha, di recente, ridotto in maniera significativa i fondi destinati alle università italiane. E nonostante sia stato annunciato un aumento del 3,7%, i numeri reali raccontano invece una storia diversa: ovvero, che proprio nel 2024, gli son stati sottratti 173 milioni di euro; e nel biennio successivo, altri 300 milioni. Così che, in totale, il taglio superi quasi i 500 milioni. Una scelta, insomma, che ha colpito soprattutto gli atenei del Sud, già di per sé in difficoltà, rendendo difficile persino il pagamento degli stipendi adeguati ai docenti.

Nondimeno, l’aumento del costo della vita e l’inflazione, hanno reso ancor più gravosa la situazione. Per cui, infatti, molte università faticano a sostenere le spese ordinarie, senza quindi riuscire a garantire i necessari adeguamenti salariali al personale. E questo genera malcontento, e mina la qualità dell’offerta formativa. E a peggiorare il quadro, la contraddizione fra i tagli al mondo accademico, e gli ingenti investimenti destinati al ponte sullo Stretto di Messina.

Tagli incolmabili
Lettera disperata (Canva) – financecue.it

L’allarme delle società scientifiche

Di fronte a tale scenario, 122 società scientifiche hanno perciò deciso di inviare una lettera urgente al governo: trattandosi, nello specifico, di un appello accorato che denuncia la perdita di realtà fondamentali per la crescita culturale e scientifica del Paese. Motivo per cui, la mancanza di risorse rischia di mettere in ginocchio settori strategici, compromettendo quindi il futuro di intere generazioni.

Naturalmente, le conseguenze non si son fatte attendere, con sempre più ricercatori italiani i quali scelgono di trasferirsi all’estero, dove trovano migliori condizioni di lavoro, e maggiori opportunità di sviluppo. Un fenomeno, in altre parole, preoccupante, che si inserisce in un contesto già critico, illustrante l’Italia come ultima in Europa, per investimenti nella ricerca e nell’istruzione universitaria.