Non spendi i tuoi soldi? Lo facciamo noi: l’Europa pesca dalle tasche degli italiani | Serve cash per finanziare la guerra

Giorgia Meloni (screenshot Giorgia Meloni/Instagram) - financecue.it
La guerra in Ucraina potrebbe spingere l’Europa a cercare soldi nei conti correnti dei cittadini? L’inquietante notizia arriva dal Web.
La guerra in Ucraina ha trasformato la percezione della sicurezza in Europa. L’invasione russa ha riattivato tensioni geopolitiche sopite, e ha spinto i Paesi europei a rivedere le strategie difensive e a investire nel riarmo e nella modernizzazione delle forze armate.
Droni, cyberdifesa, sistemi antimissile e intelligenza artificiale sono al centro dei nuovi piani militari. Paesi come Germania, Francia e Polonia hanno aumentato i bilanci della difesa, e hanno superato in alcuni casi il 2% del PIL previsto dalla NATO.
La guerra ha accelerato la cooperazione militare tra Stati membri dell’Unione Europea. Progetti comuni come lo European Sky Shield Initiative e il rafforzamento del Fondo Europeo per la Difesa mirano a creare un sistema di sicurezza integrato. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e rafforzare l’autonomia strategica europea.
Il pensiero degli europei è diviso: molti vedono il riarmo come necessario per difendersi da minacce reali, altri temono una corsa agli armamenti che potrebbe alimentare conflitti. I Paesi potrebbero essere disposti a intervenire nelle tasche dei cittadini?
Cosa succede
La Germania ha abbandonato la sua storica prudenza militare, con oltre 100 miliardi di euro per la Bundeswehr. La Finlandia e la Svezia hanno aderito alla NATO, mentre l’Italia ha rafforzato la cooperazione con gli alleati.
Il riarmo è diventato una priorità politica, con investimenti in armamenti, infrastrutture e formazione. La guerra ha mostrato che la sicurezza non può essere data per scontata. Il pensiero dominante è che l’Europa deve essere pronta a difendersi. A quale prezzo?
La verità
L’Unione Europea ha avviato una strategia per mobilitare il risparmio privato a sostegno della difesa e della ricostruzione dell’Ucraina, ma non parliamo di un prelievo forzoso dai conti correnti. Secondo la Commissione Europea, il sostegno finanziario all’Ucraina avviene con prestiti e garanzie, senza intaccare i risparmi dei cittadini. Come chiarisce Il Giornale d’Italia, è in discussione un piano per orientare fino a 10 mila miliardi di euro di risparmio privato europeo verso investimenti strategici, con riforme del mercato finanziario e incentivi.
Altreconomia ha documentato il primo passo operativo del piano Rearm Europe: la creazione di un fondo privato in Lussemburgo, sostenuto dal Fondo Europeo per gli Investimenti. Questo fondo, con garanzie pubbliche, raccoglie capitali da investitori istituzionali per finanziare imprese europee nel settore della difesa. L’obiettivo è trasformare il risparmio a basso rendimento in capitale produttivo, senza tassazioni dirette.