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Ti licenziano anche se sei ancora convalescente: addio al lavoro dal letto di ospedale | Possono farlo per legge

Ospedale

Uomo su un letto di ospedale (Canva foto) - www.financecue.it

Malattia e licenziamento: quando il periodo di comporto scade, l’azienda può dire addio, ti licenziano anche se stai male.

Quando si è malati, l’ultimo pensiero che dovrebbe venire in mente è il licenziamento. Purtroppo, però, in alcuni casi questa è una realtà che molti lavoratori si trovano a dover affrontare. Immaginate di essere costretti a letto per una malattia lunga e, nel frattempo, ricevere una comunicazione dal vostro datore di lavoro che vi informa del licenziamento.

Può sembrare ingiusto e incredibile, ma la legge, in certi casi, lo consente. La chiave di tutto sta nel cosiddetto “periodo di comporto”. Ma cos’è esattamente?

Il periodo di comporto è il termine massimo di assenza per malattia stabilito nel contratto di lavoro. Fino a quel momento, il lavoratore è protetto dalla legge e non può essere licenziato. Ma cosa succede se il periodo di malattia si protrae oltre quel limite? Superato il periodo di comporto, il datore di lavoro può decidere di interrompere il contratto, anche se il dipendente è ancora malato.

Questo può succedere anche se il lavoratore è in ospedale, una situazione che genera non poche preoccupazioni e interrogativi.

Cos’è il periodo di comporto e quanto dura?

Ogni contratto di lavoro stabilisce un periodo di comporto, che è il numero massimo di giorni di malattia che un dipendente può accumulare senza rischiare il licenziamento. Questo periodo può variare da pochi giorni a diversi mesi, a seconda del contratto collettivo di riferimento e del tipo di impiego. Durante questo tempo, il lavoratore è protetto: l’azienda non può licenziarlo e deve accettare la sua assenza per malattia.

Quando il periodo di comporto è scaduto, l’azienda ha il diritto di procedere con il licenziamento. Questo non significa che il lavoratore debba essere immediatamente licenziato, ma che l’azienda ha la possibilità di farlo, senza dover giustificare ulteriormente la decisione. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni, come per esempio in caso di malattia particolarmente grave o infortuni che potrebbero prorogare il periodo di comporto.

Pensionati
Due pensionati (Canva foto) – www.financecue.it

Quando il licenziamento diventa una possibilità

Anche se può sembrare crudele, la legge consente alle aziende di licenziare un lavoratore che superi il periodo di comporto, anche se è ancora malato. Quando la malattia si protrae troppo a lungo, l’impresa può decidere che l’assenza prolungata crea difficoltà operative e che il licenziamento è inevitabile. Ma non è un processo automatico: l’azienda deve seguire una procedura formale e dare al dipendente l’opportunità di giustificare la sua assenza.

Questo può accadere anche se il dipendente è in ospedale o sta affrontando una lunga convalescenza. Come sottolinea tfindersocial, è importante che i lavoratori siano ben informati sul periodo di comporto, perché spesso non si è consapevoli di quanto sia limitata la protezione offerta dalla legge.