Il tuo conto finisce in mano allo Stato: metà dei soldi sottratti senza il consenso | In questi casi preparati al peggio

Il blocco del conto corrente può arrivare in qualsiasi momento: ecco i casi più frequenti di intervento dell'Agenzia denne Entrate (Pexels Foto) - financecue.it
Il blocco del conto corrente può arrivare in qualsiasi momento: ecco i casi più frequenti di intervento dell’Agenzia denne Entrate.
Lo Stato può bloccare un conto corrente in caso di pignoramento per debiti tributari. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può agire e notificare l’atto alla banca per congelare le somme disponibili. Il contribuente ha 10 giorni per opporsi.
Il sequestro preventivo disposto dall’autorità giudiziaria è un’altra causa di blocco. In presenza di indagini per reati fiscali, frode o riciclaggio, il giudice può ordinare il congelamento dei fondi per evitare dispersione patrimoniale.
In caso di violazioni gravi delle norme antiriciclaggio, la banca può sospendere l’operatività del conto e segnalare l’anomalia all’Unità di Informazione Finanziaria. Se l’autorità conferma il rischio, il blocco può diventare definitivo.
Il blocco può avvenire anche per motivi amministrativi, come l’omessa comunicazione del titolare effettivo o l’uso del conto per finalità non compatibili con il profilo dichiarato. In questi casi, la banca agisce in via prudenziale, in attesa di chiarimenti da parte del cliente o delle autorità competenti. Cosa succede?
Il pignoramento per terzi
Il pignoramento per terzi è uno degli strumenti più utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per il recupero dei crediti fiscali. Quando il contribuente ha debiti non saldati, l’ente può notificare alla banca un atto di pignoramento, con il blocco delle somme presenti sul conto fino alla concorrenza del debito.
Il titolare può continuare a ricevere bonifici, ma non può disporre delle somme congelate. Il blocco può riguardare anche conti aziendali, con impatto diretto sull’operatività. In alcuni casi, il giudice può autorizzare lo sblocco parziale per garantire la sopravvivenza economica del debitore. Ecco un caso che lascia senza parole.
Il caso
Secondo LaLeggeperTutti, se c’è un conto cointestato, alla morte di uno degli intestatari la banca lo blocca. Anche se il conto è a firma disgiunta, il superstite non può disporre dell’intero saldo. La quota di competenza del defunto entra nella successione ereditaria e coinvolge tutti gli eredi, non solo il cointestatario. La banca congela l’operatività del conto e richiede la dichiarazione di successione, il certificato di morte e altri documenti prima di sbloccare le somme.
Questo comporta tempi lunghi, pratiche burocratiche e, in alcuni casi, anche contenziosi tra gli eredi. Il blocco può riguardare l’intero conto, anche se solo una parte è attribuibile al defunto. Il superstite può continuare a versare o ricevere bonifici, ma non può prelevare né trasferire fondi finché la successione non è definita.