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La crisi di mezza età arriva a 30 anni: pericolo di instabilità psicologica nei giovani | Si può trasformare in una malattia cronica

Uomo triste a letto

La crisi di mezza età colpisce i ragazzi di 30 anni. Cosa sta succedendo e perché è anticipata? (gpointstudio/Freepik) - managementcue.it

La crisi di mezza età colpisce i ragazzi di 30 anni. Cosa sta succedendo e perché è anticipata? La crisi non lascia scampo.

Molti giovani si confrontano con contratti a termine, collaborazioni occasionali o partite IVA non sostenibili. La mancanza di stabilità impedisce pianificazione a lungo termine, come acquistare casa o costruire una famiglia.

Esiste un forte divario tra formazione e mercato del lavoro. Lauree e specializzazioni non trovano sbocco professionale coerente. I giovani si ritrovano a svolgere mansioni sottopagate o non qualificate, con frustrazione crescente. Il sistema non valorizza il merito, ma premia reti informali e accessi privilegiati.

L’ingresso nel mondo del lavoro è ostacolato da richieste paradossali: esperienza pregressa per ruoli junior, competenze trasversali non retribuite, stage infiniti. I giovani si sentono esclusi da un sistema che li valuta prima ancora di dar loro una possibilità reale. Il talento resta invisibile.

Anche quando lavorano, molti giovani non ricevono riconoscimento economico o professionale adeguato. Le responsabilità aumentano, ma gli stipendi restano fermi. La crescita interna è lenta o assente, e la motivazione si erode. Il lavoro diventa fatica non valorizzata, anziché strumento di realizzazione personale. Cosa succede?

La corsa al risparmio

Risparmiare è una sfida quotidiana per molti giovani. Tra affitti alti, spese fisse e stipendi bassi, resta poco margine per mettere da parte. Anche chi lavora a tempo pieno fatica a costruire un fondo di emergenza o a pianificare investimenti. Le spese impreviste, come cure mediche o guasti domestici, possono compromettere l’equilibrio mensile.

La pressione sociale verso consumi continui rende difficile mantenere una disciplina finanziaria. Il risparmio non è solo una questione di volontà, ma di condizioni strutturali che non permettono di iniziare.

Uomo spaventato
Uomo che non riesce ad alzarsi (Freepik Foto) – managementcue.it

I dati

Secondo il World Happiness Report 2025, riportato da Radio105, la crisi di mezza età si è spostata verso i 30 anni. I giovani si trovano senza lavoro stabile, casa accessibile o prospettive chiare. Questo genera un senso di fallimento precoce, ansia e disillusione. La pressione sociale di realizzarsi entro i trent’anni si scontra con un mercato del lavoro frammentato e precario. Il risultato è una crisi identitaria che somiglia a quella vissuta a 50 anni, ma anticipata.

Un’analisi pubblicata da Tom’s Hardware nel settembre 2025 conferma che la gobba dell’infelicità, cioè il calo del benessere intorno ai 45 anni, è scomparsa. Oggi, il picco di malessere psicologico si registra tra i 25 e i 35 anni. Lo studio Global Minds, condotto in 44 Paesi, mostra che i trentenni sono tra i più vulnerabili: bloccati tra aspettative sociali, instabilità economica e mancanza di riconoscimento. La crisi non è solo lavorativa, ma esistenziale. I giovani si sentono in ritardo rispetto a modelli irrealistici, e questo genera frustrazione profonda.