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Un atto illeggittimo verso il lavoratore: l’azienda deve risarcirti con 5000€ | Basta solo che ti hanno cambiato un turno e prendi i soldi

Uomo in ufficio

Il lavoratore in ufficio (Canva Foto) - financecue.it

Chi lavora in ufficio deve sottostare a orari rigidi. Quali sono le normative che tutelano il lavoratore in questa fase?

L’orario di lavoro è il tempo in cui il dipendente è a disposizione dell’azienda per lavorare. Include anche il lavoro svolto da remoto, ma lì c’è il calcolo sulle ore rendicontate. La legge stabilisce che non può superare le 48 ore settimanali, inclusi gli straordinari, calcolati su un periodo di riferimento.

Ogni lavoratore ha diritto a 11 ore consecutive di riposo ogni 24 ore e a un giorno di riposo settimanale, da cumulare con quello giornaliero. Se il turno supera le 6 ore, è prevista una pausa per recuperare le energie.

Il datore di lavoro può organizzare l’orario in base alle esigenze produttive, ma non può modificarlo. I contratti collettivi possono prevedere orari flessibili, turni, lavoro notturno o festivo. Le condizioni devono essere concordate e rispettare i limiti imposti dalla normativa vigente.

Il lavoratore ha l’obbligo di rispettare l’orario concordato e di comunicare eventuali ritardi o assenze. In caso di reperibilità, deve essere disponibile fuori orario per interventi urgenti. Cosa succede se il datore di lavoro agisce per conto suo?

La norma

Ogni contratto collettivo può definire modalità specifiche, ma non può peggiorare le condizioni minime previste dalla legge. L’orario settimanale non deve superare le 48 ore, inclusi gli straordinari. Il riposo giornaliero e settimanale è obbligatorio.

I lavoratori hanno diritto a pause durante il turno se supera le 6 ore. Il tempo di lavoro comprende anche attività preparatorie, attese e spostamenti interni. Le aziende devono garantire il rispetto dei limiti, pena sanzioni amministrative e contestazioni da parte degli ispettori del lavoro. Come funziona?

Orario ufficio
Orario di apertura uffici (Canva Foto) – financecue.it

Cosa succede

Secondo LaLeggeperTutti, il datore di lavoro non può modificare l’orario di lavoro del dipendente senza dirglielo e concordare con lui. Qualsiasi variazione deve essere concordata tra le parti, salvo che il contratto collettivo o individuale prevede clausole di flessibilità già accettate. Cambiare l’orario senza il consenso del lavoratore può comportare la nullità della modifica e, in alcuni casi, la possibilità di impugnare il provvedimento come comportamento illegittimo.

Se il datore impone un nuovo orario senza accordo, il lavoratore può rifiutarsi di adeguarsi. In caso di contestazione disciplinare o licenziamento, il dipendente può rivolgersi al giudice del lavoro. Il rischio per l’azienda è quello di vedersi annullare il provvedimento, con conseguente reintegro del lavoratore e risarcimento economico. Il risarcimento dipende dalle circostanze e potrebbe essere anche alto secondo un video pubblicato come post sul profilo Instagram @lavvokkatissimo lo scorso 5 agosto. Nel video Pasquale Madonna spiega come un’azienda è stata tenuta a pagare fino a 5000 euro al dipendente.