Home » Trending News » Ti ammali e il capo ti licenzia in tronco: per lo Stato non hai più nessun diritto | Dopo pochi giorni puoi considerarti disoccupato

Ti ammali e il capo ti licenzia in tronco: per lo Stato non hai più nessun diritto | Dopo pochi giorni puoi considerarti disoccupato

Signora in ospedale

Donna in ospedale (Canva Foto) - financecue.it

Scopri quali malattie professionali rientrano nelle nuove tabelle INAIL e cosa cambia per i lavoratori nel 2025.

Ti svegli, accendi il telefono, scorri le notifiche. Tra messaggi e promozioni, spunta una comunicazione dell’INAIL. Parla di malattie professionali, ma non quelle che conosci. Il nome è nuovo, il codice pure. Non capisci cosa cambia.

Hai pensato che il lavoro logora solo il corpo. Oggi si parla anche di mente, stress, burnout. Non basta più il casco, la mascherina, il protocollo. Serve qualcosa che protegge anche dentro. Nessuno ti dice come, le norme potrebbero non essere adeguati ai tempi e alle nuove patologie che prima non si conoscevano.

Ogni settore ha i suoi rischi, ogni mansione nasconde un pericolo. Non solo fabbriche, cantieri, ospedali. Anche gli uffici, le scuole, i call center. Il lavoro cambia, le malattie pure. Le tabelle restano ferme, come se il tempo non passasse.

Ti chiedi se la tua condizione rientri tra quelle riconosciute. Se quel mal di testa continuo, quella stanchezza cronica, quel senso di vuoto hanno un nome. Se quel nome vale qualcosa, o se resti solo un numero tra tanti. Cosa succede?

Le malattie professionali

Le malattie professionali riconosciute dall’INAIL seguono elenchi precisi. Ogni patologia deve avere un nesso diretto con l’attività svolta. Le tabelle si dividono tra industria e agricoltura. Ogni voce corrisponde a un rischio, ogni rischio a una lavorazione. Senza corrispondenza, il riconoscimento diventa difficile.

Nel 2025 le liste aggiornate hanno indicate nuove patologie legate allo stress, ai disturbi psichici, alle esposizioni prolungate. La revisione tiene conto dei cambiamenti nel mondo del lavoro. Non tutte le malattie entrano subito. Alcune restano fuori, in attesa di verifica, come nel caso riportato dai social.

Malato lavoro
Uomo che sta male che lavora (Canva Foto) – financecue.it

Il video

In un carosello pubblicato come post lo scorso 30 agosto sul profilo @maledizioni di Adamo Romano, la didascalia riporta: “In Italia, ogni anno, 14800 persone scoprono di avere un #tumore al pancreas. Un aumento del 21% in soli dieci anni“. Questi lavoratori dovrebbero essere aiutati ad affrontare la malattia, ma la didascalia riporta un’altra verità.

“Per loro inizia una doppia battaglia: contro una #malattia che lascia solo l’11% di possibilità di sopravvivenza a cinque anni, e contro una #legge che garantisce appena sei mesi di #stipendio”. Stando al post, l’indennità per la malattia non basta. “Dopo, ventiquattro mesi di vuoto economico mentre il follow-up #oncologico ne richiede sessanta. Migliaia di famiglie precipitano nella #povertà proprio mentre lottano per la vita. Nel 2025, questa è ancora la realtà” conclude.