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Clienti scusate ma dobbiamo chiudere | La Banca d’Italia annuncia l’addio: serrande abbassate da questa data

Banca d'Italia

Banca d'Italia chiude (Canva foto) - www.financecue.it

Spostamenti interni, nuove divisioni e funzioni riorganizzate: l’assetto operativo della Banca d’Italia si prepara a cambiare volto.

In certi contesti, una trasformazione organizzativa non è solo una questione di numeri, ma coinvolge storia, territorio e percezioni. Nel caso di un’istituzione come la Banca d’Italia, ogni cambiamento strutturale genera interrogativi su efficienza, presenza e continuità. Anche quando non si parla esplicitamente di chiusure, basta una riforma per far emergere interrogativi destinati ad allargarsi ben oltre i confini tecnici del provvedimento.

A livello locale, la presenza di una sede come quella bresciana ha sempre rappresentato un punto di riferimento non solo operativo, ma anche simbolico. Il suo ruolo, intrecciato a decenni di attività amministrativa e controllo del sistema bancario, è stato spesso interpretato come una garanzia di stabilità. Per questo, qualsiasi cambiamento suscita attenzione e reazioni anche nel tessuto sociale cittadino.

Non è raro che la riorganizzazione delle filiali di enti pubblici venga vissuta come una perdita di rilevanza per il territorio. In particolare, quando le scelte avvengono senza modifiche o ripensamenti nel tempo, come in questo caso, il messaggio che arriva all’esterno è quello di una decisione già tracciata, a prescindere dai confronti in corso. I sindacati, infatti, sono stati aggiornati, ma il margine di discussione appare ormai chiuso.

Nel confronto con First e Fisac, la direzione ha confermato che la riforma organizzativa proseguirà secondo i tempi stabiliti, senza aperture a eventuali revisioni. Questo segnale, pur coerente con le strategie generali dell’istituto, apre una fase di transizione delicata per le città coinvolte, che dovranno abituarsi a una nuova geografia istituzionale.

Una trasformazione che parte dall’interno

Secondo quanto comunicato, il processo inizierà ufficialmente prima dell’estate con la creazione di nuove divisioni interne, come Icas, Aret e la fusione tra Segreterie e Gsp. Questo primo passaggio rappresenta una riorganizzazione funzionale delle competenze e punta a ottimizzare risorse nelle sei filiali regionali che resteranno attive.

Successivamente, entro fine 2025, si procederà con la costituzione delle nuove aree di Tutela, la trasformazione delle Unità di vigilanza e lo spostamento delle relative funzioni alle sedi regionali. Come riportato da giornaledibrescia.it, si tratta di una riforma strutturale che ridefinisce completamente l’architettura operativa dell’istituto centrale.

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Banca d’Italia (Canva foto) – www.financecue.it

La conferma definitiva e la data di chiusura

Durante l’incontro con i sindacati è emerso in modo chiaro che la sede della Banca d’Italia a Brescia verrà chiusa entro il primo semestre del 2026. La stessa sorte toccherà anche alla filiale di Livorno, entrambe rientranti nella nuova visione organizzativa approvata il 31 gennaio dal Consiglio Superiore.

Nonostante il disappunto manifestato da alcuni rappresentanti locali, l’istituto non intende rivedere la decisione. Per Brescia si tratta quindi di un addio ufficiale, già segnato nel calendario, che lascerà un vuoto simbolico e pratico nel sistema istituzionale cittadino. La comunicazione ai dipendenti è avvenuta nei giorni scorsi, segnando l’avvio di un percorso che porterà alla progressiva dismissione della sede.