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Spesa farmaceutica alle stelle: Aifa segnala sforamento record nel 2024

Illustrazione di alcuni prodotti farmaceutici (Canva FOTO) - financecue.it

Illustrazione di alcuni prodotti farmaceutici (Canva FOTO) - financecue.it

Con uno sforamento di oltre 4 miliardi, la spesa per acquisti diretti nel 2024 segna un nuovo record e mette sotto pressione i bilanci.

La notizia non è proprio positiva: la spesa farmaceutica per acquisti diretti nel 2024 ha sforato i limiti di ben 4 miliardi e 16 milioni di euro. Già ad aprile AIFA, come riportato in un comunicato, aveva lanciato un segnale, parlando di 3,7 miliardi di splafonamento. Ora, con i dati definitivi acquisiti dalle Regioni, la situazione è ufficiale: il tetto è stato ampiamente superato.

A confermarlo è il monitoraggio completo pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco, approvato dal CdA nella seduta del 29 luglio. Secondo il documento, la spesa per acquisti diretti ha raggiunto l’11,32% del Fondo Sanitario Nazionale, ben al di sopra dell’8,3% stabilito come limite. Un aumento netto rispetto al 10,53% dell’anno precedente, che non può certo passare inosservato.

Le cause? Una combinazione di fattori prevedibili e altri meno evidenti. C’è l’invecchiamento della popolazione, sì, ma anche l’aumento dei costi legati all’innovazione farmaceutica. E poi, dettaglio non da poco, lo spostamento di diversi farmaci dal fondo per gli innovativi al comparto degli acquisti diretti ha fatto il resto. 

In questo scenario, non mancano forti differenze territoriali. Le percentuali di spesa rispetto ai singoli fondi sanitari regionali oscillano parecchio. Si va, per esempio, dal 9,44% della Lombardia al 13,48% della Sardegna, con Campania e Friuli Venezia Giulia subito dietro. Sotto la soglia del 10% ci sono solo poche regioni: oltre alla già citata Lombardia, ci sono anche Trento e Valle d’Aosta. Sopra il 12%, invece, troviamo Emilia-Romagna, Abruzzo e Marche.

I numeri del disavanzo e le differenze tra Regioni

Come riportato dal comunicato del 30 luglio dell’AIFA, la spesa per acquisti diretti da parte delle Regioni ha toccato quota 15 miliardi e 56 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 249 milioni destinati ai gas medicinali. Una somma considerevole, che sottolinea quanto questa componente sia ormai predominante nella spesa farmaceutica pubblica. Ma il vero campanello d’allarme è la distribuzione non uniforme tra i territori: Sardegna, Campania, Friuli e altre regioni sopra la soglia del 13%, mentre solo tre aree riescono a mantenersi sotto il 10%. Questo squilibrio, se non affrontato, rischia di diventare strutturale.

In parallelo, c’è una notizia più positiva: la spesa per la farmaceutica convenzionata ha registrato un avanzo di ben 691 milioni di euro. Al netto degli sconti delle farmacie e includendo i ticket, si è fermata a 8 miliardi e 353 milioni, contro un tetto di 9 miliardi e 44 milioni. L’incidenza sul FSN si è attestata al 6,28%, ben sotto il 6,80% programmato. Un risultato che salva parzialmente il quadro generale, anche se non compensa il disavanzo sul fronte degli acquisti diretti.

Illustrazione di alcuni farmaci (Canva FOTO) - financecue.it
Illustrazione di alcuni farmaci (Canva FOTO) – financecue.it

Fondi e opportunità mancate

E c’è un altro dato su cui vale la pena soffermarsi: la spesa per i farmaci innovativi, al netto del pay-back, è stata pari a 775 milioni di euro. Tutta coperta dal fondo specifico, che ammontava a 1,3 miliardi. Insomma, un avanzo di oltre 500 milioni. Una cifra non da poco, che avrebbe potuto essere usata per tamponare almeno in parte lo sfondamento legato agli acquisti diretti. E invece no. Una determina AIFA già approvata il 12 luglio consentirà di riassegnare quelle risorse nel 2025

La situazione, pur complessa, apre però qualche spiraglio. La possibilità di riutilizzare i fondi in avanzo nel prossimo esercizio, se gestita con razionalità, potrebbe alleggerire il peso sugli equilibri regionali. Resta però il nodo della gestione degli acquisti diretti: servono strumenti nuovi, una governance più flessibile e una lettura più dinamica del fabbisogno terapeutico reale.