Usi permessi per la 104? Allora ti licenziano in tronco: non importa se non hai mai commesso un errore | Fanno pagare anche il risarcimento
I permessi per una persona disabile (Canva) - financecue.it
Se ti servi di determinate concessioni lavorative, sappi che se non dimostri i tuoi spostamenti, ti buttano fuori!
L’onestà è un valore fondamentale, in ogni ambito della vita, per quanto possa comunque assumere un’importanza particolare, sul posto di lavoro. Dal momento che, esser sinceri e trasparenti contribuisce esclusivamente al costruire un ambiente professionale sano, basato sulla fiducia reciproca.
Infatti, un comportamento onesto permette di creare relazioni solide con colleghi, superiori e clienti. Poiché la fiducia, una volta guadagnata, favorisce appunto la collaborazione, migliora la comunicazione, e rende più sereno il clima lavorativo.
Inoltre, agire con integrità aiuta a evitare problemi futuri. Piccole bugie o scorrettezze, non a caso, possono danneggiare la reputazione personale, e mettere a rischio la posizione lavorativa; dato che la coerenza fra parole e azioni è sempre apprezzata e riconosciuta.
Infine, esser onesti sul lavoro è anche una questione di dignità personale. Così che, agire correttamente, non a caso permetta di sentirsi fieri di sé, lavorare con serenità, e di rappresentare un esempio positivo per gli altri, contribuendo in tal modo al benessere dell’intero ambiente lavorativo.
Diritti e diligenza dei lavoratori
La Legge 104, del 1992, tutela i lavoratori che assistono familiari con disabilità, garantendo loro permessi retribuiti, per adempiere a tali responsabilità. Ciò nonostante, si è scoperto che questi diritti possono talvolta diventare oggetto di controversie, fra dipendenti e aziende. E l’episodio che segue, riguarda proprio un caso specifico. Sebbene, situazioni analoghe, potrebbero tuttavia verificarsi ovunque, sollevando quindi interrogativi, sul controllo e sul rispetto delle norme.
In dettaglio, un datore di lavoro aveva installato un Gps sull’auto di un dipendente, per verificare l’effettivo utilizzo dei permessi concessi, ai sensi della Legge 104. E dopo aver ritenuto che l’uomo, in realtà, non rispettasse gli obblighi previsti, l’azienda lo ha così licenziato in tronco. Una vicenda la quale ha, poi, attirato l’attenzione pubblica, anche sui social – come riportato da instagram.com -, suscitando perciò un ampio dibattito sulla legittimità dei controlli aziendali.
La sentenza del tribunale di Venezia
Il giudice del lavoro, Margherita Bortolaso, ha invece ribaltato la decisione, dichiarando che il dipendente in questione, stava utilizzando correttamente i permessi previsti dalla legge. Motivo per cui, la condotta dell’azienda, la quale aveva monitorato il lavoratore tramite sistema satellitare, è stata definita “censurabile”; così come il licenziamento senza preavviso.
Perciò, il tribunale ha ordinato la reintegrazione immediata del dipendente, e il pagamento delle retribuzioni arretrate; riconoscendo a pieno la correttezza del suo comportamento, e la sua reputazione professionale. Una decisione che sottolinea, insomma, l’importanza del rispettare la dignità dei lavoratori, e gli evidenti limiti del controllo aziendale.