“Vietata la carta igienica”: UFFICIALE, sembra assurdo ma è tutto vero | Da questa data non si può più usare

Come riutilizzare i rotoli di carta igienica (Canva-Depositphotos foto) - www.financecue.it
Commercio elettronico e confine delle idee: divieti inaspettati, purtroppo è tutto vero. Ecco come sta cambiando la situazione.
Il mondo del commercio elettronico si è affermato come un universo vastissimo e globale, offrendo una varietà di prodotti che spaziano dall’indispensabile al curioso, senza confini apparenti. Dai beni di prima necessità agli articoli più insoliti, ogni oggetto sembra trovare il suo posto negli scaffali digitali.
Tuttavia, questa libertà quasi illimitata non è priva di regole o di occasionali interruzioni. Di tanto in tanto, emergono notizie di articoli la cui vendita viene interdetta per motivi che possono apparire, a prima vista, sorprendenti o legati a sensibilità culturali e legali specifiche di determinate giurisdizioni.
Queste decisioni, spesso frutto di interpretazioni normative o di sentenze giudiziarie, sollevano interrogativi sui limiti della libera espressione nel commercio e sulla tensione tra la disponibilità globale dei prodotti e le specifiche sensibilità locali.
Un recente caso proveniente da un grande Paese ci offre un esempio lampante di come anche oggetti comuni possano diventare oggetto di contenzioni legali e divieti, con implicazioni che vanno oltre la semplice transazione commerciale, toccando corde più profonde della cultura e della società.
Mosca: carta igienica e classici della letteratura nel mirino dei divieti
A Mosca, una recente sentenza ha stabilito il divieto di vendita di rotoli di carta igienica che riproducono le figure di banconote. Mentre le versioni con dollari, euro o sterline rimangono consentite sui portali di e-commerce, il problema sorge con quelle raffiguranti i rubli, in particolare la banconota da mille. La ragione? Questo specifico taglio monetario presenta un monumento a Yaroslav il Saggio, figura “canonizzata e venerata dalla Chiesa Russa”. La richiesta del procuratore Oleg Alypov è stata accolta dalla giudice Elena Lukina del tribunale distrettuale Preobrazenskij, che ha concordato come tale riproduzione sulla carta igienica “offenda i sentimenti dei credenti”. La sentenza ha ribadito che, anche in una società democratica, la diffusione di materiale illegale che offende i sentimenti religiosi non può essere protetta dalla libertà di espressione. Di conseguenza, sono stati banditi gli annunci di diversi negozi online.
Questa non è l’unica restrizione recente nel panorama digitale russo. Un media indipendente, Verstka, ha rivelato la notizia trovando il provvedimento nel fascicolo del tribunale. In un’altra vicenda, già alla fine di febbraio, il portale Megamarket era stato costretto a rimuovere una serie di libri accusati di promuovere la “propaganda Lgbt”, vietata da una legge specifica. La lista dei titoli rimossi ha destato particolare scalpore, includendo non solo nuove pubblicazioni ma anche opere considerate capolavori della letteratura mondiale. Tra i libri colpiti figurano “Netochka Nezvanova” di Fjodor Dostoevskij, “Il Simposio” di Platone, “Il Decameron” di Giovanni Boccaccio, “Orlando” di Virginia Woolf, “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust e persino “It” di Stephen King, evidenziando una definizione ampia e talvolta sorprendente di ciò che viene considerato “propaganda” sotto la normativa vigente.
Le implicazioni di una regolamentazione stringente su commercio e cultura
Questi episodi sollevano interrogativi significativi sul confine tra libertà commerciale, espressione culturale e la tutela delle sensibilità religiose o morali in contesti legislativi specifici. Le decisioni giudiziarie e le imposizioni sui cataloghi digitali dimostrano come le normative possano avere un impatto diretto non solo sulla disponibilità di prodotti apparentemente innocui, ma anche sull’accesso a opere letterarie di riconosciuto valore.
La tensione tra l’apertura intrinseca del commercio elettronico globale e le interpretazioni normative locali evidenzia la complessità di navigare in un panorama sempre più regolamentato. Questi casi fungono da promemoria dell’importanza del dibattito sulla libertà di espressione e sulla definizione dei limiti imposti dalle diverse giurisdizioni nel contesto di una società interconnessa.