Pensione, se ti mancano i contributi non c’è più un problema | Con questo trucchetto li recuperi subito: è legale al 100%

Andare in pensione (Canva Foto) - www.financecue.it
Pensione, con un nuovo strumento puoi sistemare i contributi mancanti senza rischi né attese. Scopri tutti i dettagli.
Per molti lavoratori, il momento di accedere alla pensione è spesso accompagnato da una scoperta amara: la mancanza di alcuni anni di contributi INPS può compromettere l’intero diritto alla prestazione. In particolare, tra autonomi, professionisti e piccoli imprenditori non è raro che, a causa di difficoltà economiche, alcuni periodi lavorativi non risultino coperti. Questo lascia molti contribuenti nell’incertezza, sospesi tra l’età pensionabile e i requisiti mai raggiunti.
Fino ad oggi, le soluzioni per recuperare queste lacune sono state complesse e poco accessibili. Il riscatto dei contributi può risultare oneroso, e non tutti possono permetterselo. L’assenza di alternative flessibili ha spesso generato frustrazione e rinunce, costringendo molti a prolungare la propria attività lavorativa ben oltre i limiti desiderati.
Ma qualcosa sembra muoversi. Nel quadro normativo attuale, dove si cerca un equilibrio tra rigore fiscale e sostegno ai cittadini in difficoltà, emergono proposte pensate per rispondere alle esigenze concrete dei contribuenti. Alcune di queste puntano a superare la rigidità del passato, aprendo nuovi scenari anche in ambito previdenziale.
Il dibattito politico si sta concentrando su una misura che promette di conciliare giustizia fiscale e diritto alla pensione. Si tratta di una proposta che, se approvata, potrebbe cambiare il destino di chi ha alle spalle una storia di lavoro frammentata o discontinua, offrendo finalmente una strada percorribile verso la regolarizzazione contributiva.
Un’opportunità per sistemare i contributi
In discussione al Senato, la rottamazione-quinquies si propone come nuovo strumento di definizione agevolata per chi ha debiti fiscali e contributivi. Il disegno di legge, promosso dalla Lega e in fase di valutazione dalla Commissione Finanze, introduce importanti novità rispetto alle precedenti sanatorie. La proposta permetterebbe di recuperare i contributi INPS non versati attraverso un piano di rateizzazione esteso fino a 120 mesi, senza acconti iniziali e con maggiore tolleranza per eventuali ritardi.
Come chiarito anche da Brocardi, una volta saldato interamente il debito, gli anni precedentemente scoperti saranno riconosciuti dall’INPS ai fini pensionistici. Questo significa che chi aveva perso la speranza di accedere alla pensione potrà raggiungere le soglie minime di contribuzione — 20, 35 o 38 anni — e ottenere così l’assegno previdenziale. Non si tratta di una sanatoria automatica, ma di un percorso graduale, che consente ai contribuenti di sanare le proprie posizioni senza pressioni economiche insostenibili.
Una via legale e sostenibile verso la pensione
La misura, se approvata, permetterà a molti cittadini di trasformare i debiti pregressi in anni di contribuzione utili, completando i requisiti per la pensione. La piena legalità dello strumento, insieme alla sua sostenibilità economica, rappresenta il vero punto di forza della proposta. Anche se resta ancora da definire l’ambito di applicazione definitivo, l’inclusione dei debiti fino al 31 dicembre 2023 rende la misura potenzialmente risolutiva per migliaia di lavoratori.
Il riconoscimento dei contributi, però, non avverrà durante il pagamento rateale, ma solo dopo l’estinzione completa del debito. Questo passaggio sarà cruciale per chi intende accedere a pensione di vecchiaia o anticipata.