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POS, approvata l’ennesima tassa | 50 centesimi in più per ogni transazione: cittadini furiosi ma inermi

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Nuova commissione sui pagamenti con il pos (Canva foto) - financecue.it

Un nuovo malumore serpeggia tra i consumatori per un rincaro silenzioso sulle transazioni elettroniche: una nuova tassa!

Negli ultimi anni, il pagamento digitale si è imposto come strumento quotidiano e imprescindibile. Dal caffè al supermercato, passando per i piccoli negozi di quartiere, sempre più cittadini scelgono il bancomat al posto del contante. Una transizione comoda, veloce e percepita come più sicura, soprattutto dopo la spinta tecnologica dettata dalla pandemia.

Eppure, dietro questa apparente semplicità, si nasconde un nuovo elemento di tensione tra consumatori e commercianti. Alcuni episodi segnalati da cittadini e associazioni hanno fatto emergere una pratica che rischia di passare inosservata, ma che sta già generando malcontento. Il costo della comodità potrebbe non essere così invisibile come sembrava fino a ieri.

A contribuire al clima di incertezza è la sensazione diffusa che, anche quando si tratta di spese minime, l’uso del POS comporti un onere aggiuntivo. Un sovrapprezzo applicato in modo silenzioso, che non tutti notano subito, ma che alla lunga pesa sui portafogli e sull’opinione pubblica. Il sospetto è che, pur in assenza di un obbligo formale, qualcosa stia cambiando nei comportamenti di chi gestisce gli esercizi commerciali.

La questione diventa ancora più delicata quando riguarda territori meno serviti da sportelli ATM e dove l’utilizzo del contante non è sempre agevole. In questi contesti, i margini di scelta per il consumatore si assottigliano, trasformando l’opzione del pagamento digitale da vantaggio a necessità. E quando la necessità viene fatta pagare, l’indignazione cresce.

Le reazioni delle associazioni e i chiarimenti dei commercianti

La segnalazione è arrivata dalla Federconsumatori di Perugia: in diversi esercizi del territorio sarebbero stati applicati 50 centesimi in più a ogni transazione con bancomat. Un rincaro non dichiarato ufficialmente, che l’associazione definisce come “tassa occulta”. In risposta, Confcommercio – per voce del presidente Michele Biselli – ha replicato che non risulta alcuna indicazione formale in tal senso da parte dei commercianti affiliati.

Biselli ha precisato che la digitalizzazione dei pagamenti è un processo ormai consolidato e che le commissioni bancarie restano un tema sensibile per le imprese, specie quelle che effettuano molte operazioni di piccolo importo. Come riportato da Umbria On, l’associazione invita comunque i propri membri a negoziare condizioni più vantaggiose con le banche, ribadendo che il progresso non può diventare un freno per nessuno.

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Pagare con carta POS (Canva foto) – financecue.it

La “tassa” da 50 centesimi e i casi segnalati a Perugia

Secondo quanto riferito da Federconsumatori, in alcuni negozi della provincia di Perugia viene applicato un sovrapprezzo di 50 centesimi per chi non paga in contanti. Una pratica che non rispetta la normativa vigente e che potrebbe configurarsi come una violazione, sebbene venga spesso giustificata dai commercianti con le spese bancarie legate all’uso del POS.

Le autorità hanno già chiarito che limitare le promozioni o imporre costi aggiuntivi legati alla modalità di pagamento è vietato. L’Antitrust e il Codice del Consumo prevedono sanzioni pesanti, fino a 5 milioni di euro, per chi applica restrizioni scorrette.