La regione più povera d’Europa si trova in Italia: stipendi da fame e vita di stenti | Chi ci abita fatica a mangiare

Povertà regione d'Italia (Canva foto) - financecue.it
Stipendi bassi e condizioni difficili spingono una regione italiana al margine dell’Europa: è la più povera!
Tra i paesaggi mozzafiato e la ricchezza culturale di certe aree italiane, si cela una realtà che molti faticano anche solo a immaginare. Ci sono territori in cui lavorare non basta per condurre una vita dignitosa, dove i giovani fuggono e gli anziani restano a lottare contro una quotidianità fatta di rinunce.
In queste zone, il tempo sembra essersi fermato: i servizi sono scarsi, le opportunità quasi nulle, e il costo della vita, anche se più basso rispetto ad altre aree del Paese, non riesce a compensare redditi minimi e instabilità occupazionale. L’apparente quiete nasconde un disagio profondo, che cresce da anni e che adesso torna a emergere con forza.
Molti abitanti si trovano in una spirale difficile da spezzare: guadagni insufficienti, precarietà lavorativa, mancanza di infrastrutture e un tessuto produttivo indebolito. Chi resta vive in bilico, affidandosi spesso all’aiuto delle famiglie o a reti informali di sostegno. La povertà non è solo economica, ma anche sociale e culturale.
A rendere ancora più urgente l’allarme sono i nuovi dati ufficiali che mostrano come in alcune aree italiane la situazione sia addirittura peggiorata. Lontane dall’immaginario turistico o dalle cronache nazionali, queste realtà rischiano di essere dimenticate anche dalle politiche pubbliche.
La fotografia impietosa del Sud
Secondo l’ultimo rapporto Eurostat sulle condizioni di vita nell’Unione Europea, la Calabria è la seconda regione più povera d’Europa, superata solo dalla Guyana francese. Nel 2023, il 48,6% della popolazione calabrese risultava a rischio povertà o esclusione sociale. Una percentuale altissima, che colloca questa regione del Sud Italia in una posizione critica nel panorama europeo.
Come riporta Il Fatto Quotidiano, a livello nazionale seguono la Calabria regioni come la Campania (44,4%) e la Sicilia (41,4%), mentre in forte contrasto si trovano aree come l’Emilia Romagna e la provincia autonoma di Bolzano, dove il tasso scende sotto il 10%. La disparità interna è evidente, ma è il dato calabrese a colpire più di tutti: quasi una persona su due vive una condizione di profonda fragilità.
Oltre la statistica, una vita al limite
Dietro questi numeri si nasconde un tessuto sociale logorato, dove stipendi troppo bassi non permettono di affrontare nemmeno le spese essenziali. Per molte famiglie, il frigorifero vuoto è una realtà costante, e le rinunce quotidiane sono diventate la normalità. La difficoltà non riguarda solo il lavoro, ma l’intero sistema di sostegno alla persona.
Le condizioni descritte da Eurostat non sono semplici variazioni statistiche, ma descrivono la fatica concreta di chi vive in Calabria. Interi paesi si spopolano, i servizi si allontanano, e la distanza dal resto dell’Europa sembra aumentare ogni giorno. In questa regione, l’esclusione sociale non è un rischio, ma una presenza concreta con cui fare i conti.