Legge 104, brutta notizia per gli italiani: scattano le revisioni a tappeto | Queste persone perderanno l’assegno

Rischio revisioni? (canva.com) - www.financecue.it
Solo se il beneficio è già stato ottenuto, le revisioni dell’invalidità civile non ne comportano la perdita: quando si rischia davvero.
Senza dubbi, una delle principali preoccupazioni di coloro che si avvicinano alla pensione anticipata per motivi di salute è l’incertezza economica.
Per molti, l’idea di poter uscire prima dal mondo del lavoro a causa dell’invalidità è una sicurezza, ma la paura torna a farsi sentire quando si inizia a parlare di “revisioni” da parte dell’INPS.
Cosa accade se durante la revisione una commissione medica stabilisce che l’invalidità è diminuita? È possibile che si debba rinunciare all’assegno mensile?
Sebbene le regole non consentano interpretazioni errate, il problema rimane complesso e spesso viene mal interpretato. Ecco tutte le informazioni normative.
Le cause della decadenza
Come evidenziato anche da Trading.it, i soggetti affetti da invalidità con almeno il 74% di riduzione della capacità lavorativa possono andare in pensione in anticipo usufruendo dell’APE Sociale e anticipare l’uscita definitiva dal lavoro al raggiungimento dei 63 anni e 5 mesi di età anagrafica e dei 30 anni di contribuzione. Molti percettori si chiedono cosa succede nel caso di revisione essendo che l’invalidità civile viene riconosciuta dall’apposita Commissione medica integrata ASL- INPS: si rischia di perdere l’APE Sociale se i medici non confermano almeno il 74% di invalidità?
Ebbene, coloro che non soddisfano il requisito di cui sopra non saranno soggetti alla decadenza dell’APE Sociale. La Circolare INPS n. 100/2017 stabilisce queste condizioni, che devono essere soddisfatte al momento della presentazione della domanda e durare per tutta la decorrenza della prestazione. Di conseguenza, coloro che hanno già ricevuto l’APE Sociale non correrebbero alcun rischio di sospensione se la visita di revisione rivelasse un grado di inabilità inferiore alla soglia prevista.
Chi può accedere all’assegno?
Invece, ci sono altri casi in cui la decadenza dell’APE Sociale è reale. In effetti, la legge prevede che i benefici possano essere sospesi solo in determinate circostanze: superare la soglia reddituale stabilita, riprendere un lavoro non consentito, trasferirsi all’estero o raggiungere l’età anagrafica per la pensione ordinaria. Anche se ci sono cambiamenti nella valutazione della loro incapacità, coloro che hanno già ricevuto l’assegno possono sentirsi, in definitiva, al sicuro.
È infine fondamentale sottolineare che la domanda per l’APE Sociale deve essere presentata all’INPS tenendo ovviamente conto dei requisiti: caregivers, invalidi e lavoratori disoccupati devono aver maturato almeno 30 anni di contributi, mentre i lavoratori gravosi devono averne maturato almeno 36. Le madri che lavorano hanno diritto a una riduzione dell’anzianità contributiva per un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.