Un finanziamento da 10,5 milioni di dollari all’Università dell’Arkansas rilancia il ruolo centrale della proteomica nello sviluppo di biomarcatori per il cancro e altre patologie.
Ci saranno ricadute dirette anche sull’innovazione biomedica globale, inclusa l’Europa. Tecnologie avanzate e accesso equo ai dati sono le chiavi per accelerare diagnosi e terapie mirate.
L’University of Arkansas for Medical Sciences (UAMS) ha ottenuto un importante finanziamento quinquennale da 10,5 milioni di dollari da parte del National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti. Il contributo è destinato al potenziamento del centro nazionale di risorse per la proteomica quantitativa, un’infrastruttura scientifica che fornisce analisi avanzate dei segnali proteici per la scoperta di biomarcatori associati a malattie umane complesse, incluso il cancro.
Questo investimento porta a oltre 20 milioni di dollari il totale dei fondi federali ricevuti dal centro dal 2020 e ne conferma il ruolo strategico come hub nazionale e internazionale per la medicina traslazionale e la ricerca omica.
La proteomica è la disciplina che analizza su larga scala l’insieme delle proteine espresse da un organismo. Le proteine sono le principali responsabili dei processi cellulari, e comprendere il loro comportamento, le loro alterazioni o le loro anomalie significa:
Alan Tackett, Ph.D., responsabile del centro e professore di Biochimica e Biologia Molecolare, sottolinea: “La proteomica è alla base della medicina di precisione. Rappresenta il primo passo verso la comprensione di meccanismi patologici complessi e la scoperta di nuove opportunità terapeutiche”.
Un esempio concreto? Il recettore HER2, identificato grazie a studi proteomici, ha permesso la creazione di farmaci mirati (come il trastuzumab) che hanno cambiato la storia clinica del tumore mammario HER2 positivo. Un caso emblematico di trasferimento dalla ricerca alla pratica clinica.
Il centro proteomico dell’UAMS è oggi l’unico in America ad avere il riconoscimento di risorsa nazionale NIH nel settore. Fornisce servizi avanzati di analisi proteica quantitativa a tutti i ricercatori statunitensi finanziati dal NIH, e sta estendendo la sua influenza anche su scala internazionale, grazie alla condivisione di metodologie, banche dati e tecnologie.
Tra i risultati più significativi:
Il progetto americano ha implicazioni rilevanti anche per il contesto europeo. L’integrazione di tecnologie come la proteomica nelle strategie europee per la salute digitale e la medicina personalizzata è già in atto, ma la disponibilità di centri di riferimento e infrastrutture condivise resta un fattore critico.
Nel medio termine, collaborazioni internazionali con hub come quello di UAMS possono:
Nato nel 2016 come iniziativa del programma federale INBRE per rafforzare la capacità di ricerca negli stati meno finanziati, il centro ha adottato un modello basato su equità e accessibilità. Questo approccio potrebbe ispirare politiche simili in Italia, dove spesso i poli di eccellenza sono concentrati in poche regioni.
Il nuovo finanziamento consentirà a UAMS di ampliare:
Questa visione è perfettamente in linea con le esigenze italiane ed europee di creare ecosistemi dell’innovazione diffusi, capaci di coinvolgere territori oggi meno rappresentati nella R&S.
Come ha dichiarato Dan Voth, Ph.D., vicepresidente UAMS per la ricerca: “Attraverso questo centro, UAMS aiuta scienziati di tutto il paese a compiere scoperte che miglioreranno la salute pubblica. È una dimostrazione potente del nostro impegno per l’eccellenza scientifica”.
Il modello UAMS rappresenta una best practice replicabile anche in Europa: coniugare investimenti pubblici, infrastrutture di ricerca, accesso aperto e formazione per far avanzare la scienza biomedica con ricadute concrete su diagnosi, terapie e salute collettiva.