Suncatcher, il datacenter dello spazio: AI e consumo energetico, è già emergenza mondiale I Ma le ‘stelle’ possono venirci in aiuto
Tanta memoria (Depositphotos foto) - www.financecue.it
Gli esperti hanno lanciato un’emergenza mondiale riguardo il consumo energetico da AI. Ecco cosa ci potrà aiutare.
Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale (AI) ha conosciuto un’espansione straordinaria, trasformando numerosi settori, dall’industria alla sanità, dalla finanza all’educazione. Tuttavia, dietro l’apparente immaterialità degli algoritmi e dei modelli di linguaggio avanzati si nasconde un costo energetico crescente e preoccupante.
L’addestramento di un singolo modello di AI di grandi dimensioni può richiedere migliaia di ore di calcolo su server potenti, con un consumo di energia paragonabile a quello di intere città per diversi giorni.
Questo solleva interrogativi ambientali importanti, soprattutto in un contesto in cui la transizione verso la sostenibilità è diventata una priorità globale. Le cause principali di questo alto consumo risiedono nella potenza di calcolo necessaria per elaborare enormi quantità di dati e nell’uso intensivo di centri dati che devono essere costantemente raffreddati per evitare il surriscaldamento.

Alcune stime indicano che l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale di ultima generazione può emettere una quantità di CO₂ pari a quella prodotta da centinaia di voli aerei intercontinentali. Le grandi aziende tecnologiche stanno cercando di affrontare il problema investendo in energie rinnovabili e nello sviluppo di hardware più efficiente, ma la sfida rimane complessa.
Cosa serve
L’aumento della domanda di AI generativa, infatti, tende a compensare i progressi in efficienza. Ridurre l’impatto energetico dell’intelligenza artificiale non è solo una questione tecnica, ma anche etica e sociale.
Occorre ripensare i modelli di sviluppo tecnologico in un’ottica di sostenibilità, promuovendo soluzioni come il green computing, la progettazione di algoritmi meno energivori e la regolamentazione delle risorse utilizzate nei centri dati.
Un progetto enrome
Come riporta repubbluca.it, il progetto Suncatcher di Google rappresenta una delle idee più audaci del futuro tecnologico: costruire datacenter nello spazio per alimentare l’intelligenza artificiale sfruttando esclusivamente energia solare. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale causato dai centri dati terrestri, che richiedono enormi quantità di elettricità e sistemi di raffreddamento energivori. I satelliti progettati da Google, dotati di chip TPU ad alte prestazioni e collegati da reti ottiche a banda ultralarga, potrebbero garantire capacità di calcolo elevate senza gravare sulle risorse del pianeta, aprendo la strada a una nuova forma di infrastruttura digitale “spaziale”.
Tuttavia, i limiti tecnici ed economici sono ancora enormi. Le connessioni inter-satellite necessarie, i problemi di raffreddamento in orbita, la vulnerabilità alle radiazioni e i costi di lancio rendono il progetto una sfida quasi utopica. Anche l’aspetto ambientale non è privo di contraddizioni: ogni lancio di razzo contribuisce all’inquinamento atmosferico e all’aumento dei detriti spaziali. Suncatcher resta dunque un sogno visionario, simbolo di come la corsa all’intelligenza artificiale stia spingendo l’uomo a cercare nuove soluzioni persino oltre i confini del nostro pianeta.
