Pessimismo per il futuro in Europa (Canva foto) - www.financecue.it
Cresce in Europa un senso diffuso di smarrimento, mentre nuove paure si impongono sul dibattito pubblico: i dati ufficiali.
Da anni l’Europa combatte una sottile ma persistente erosione della fiducia collettiva. Nonostante cicli economici alterni e campagne istituzionali sul rafforzamento dell’unità europea, il sentimento dominante tra i cittadini sembra sempre più legato all’incertezza. In molte capitali, la politica fatica a rispondere a un’opinione pubblica che chiede ascolto, chiarezza e, soprattutto, protezione.
Questo disagio, però, non si traduce solo in sfiducia verso i governi. Sempre più spesso, i cittadini non si sentono rappresentati né tutelati all’interno dei propri sistemi democratici. Le proteste, le urne e i sondaggi restituiscono una fotografia nitida: la distanza tra istituzioni e popolazione si allarga, e con essa cresce il timore che le priorità reali vengano ignorate.
Parallelamente, alcune paure si stanno rivelando trasversali. Dalla Francia alla Svezia, dalla Germania al Belgio, temi come la sicurezza e la violenza urbana hanno iniziato a sostituire le storiche preoccupazioni economiche.
In questo scenario, l’Europa sembra oscillare tra una crisi di rappresentanza democratica e l’emergere di nuove urgenze sociali.
Come riportato da Euro News, un sondaggio condotto da Ipsos in trenta Paesi ha messo in luce un dato impressionante: il 92 per cento dei cittadini francesi ritiene che il proprio Paese stia andando fuori controllo. E quasi un terzo pensa che il declino sia ormai irreversibile. Tuttavia, la Francia non è un caso isolato. Anche nei Paesi Bassi, in Ungheria, in Germania, in Italia, nel Regno Unito e in Svezia, oltre il 70 per cento degli intervistati condivide la stessa sensazione: la direzione intrapresa dal proprio Paese non è quella giusta.
In Francia, il malessere assume toni ancora più profondi. L’81 per cento degli intervistati ha dichiarato che le proprie idee non sono rappresentate e che la democrazia non funziona più come dovrebbe. Le crisi politiche recenti, con tre dimissioni di primi ministri in meno di un anno, hanno lasciato un senso di disillusione. Secondo Ipsos, questa frattura si avverte trasversalmente, a eccezione degli elettori del partito di Emmanuel Macron.
Un altro cambiamento significativo riguarda la natura stessa delle preoccupazioni. Se fino a poco tempo fa il costo della vita dominava le agende politiche, oggi sono la criminalità e la violenza a salire al primo posto. In Francia, Germania e Belgio questa è la questione più urgente per un cittadino su tre, ma in Svezia la percentuale sale addirittura al 57 per cento.
Allo stesso tempo, il timore di un conflitto militare sta guadagnando terreno. In Polonia, il rischio di guerra è percepito come il problema principale dal 46 per cento degli intervistati, superando persino il dato registrato in Israele. Intanto, la crisi climatica scivola indietro nella scala delle priorità: nessun Paese l’ha indicata come urgenza principale, segnando un’inversione di tendenza che potrebbe avere conseguenze durature sulle politiche ambientali del continente.