Sei mesi per mettere la firma: se non lo fai puoi dire addio al TFR | Parla subito col tuo capo
TFR in azienda modulo da firmare (Canva foto) - www.financecue.it
Attenzione se sei stato assunto di recente: la scelta del fondo pensione può incidere sul futuro del tuo TFR.
Appena si entra in una nuova azienda, ci si concentra su mille cose: conoscere i colleghi, ambientarsi, capire i ritmi. In mezzo a tutto questo, può capitare che un foglio da firmare passi inosservato. Ma quando quel foglio riguarda il TFR, conviene fermarsi e fare attenzione. Perché quella firma, anche se sembra banale, può cambiare il modo in cui i tuoi soldi verranno gestiti.
Il TFR, cioè il trattamento di fine rapporto, non è un extra: è una somma che matura ogni anno e che rappresenta un vero e proprio pezzo del tuo stipendio differito. Non è un regalo dell’azienda, ma un tuo diritto. Eppure, se non dichiari esplicitamente dove vuoi che venga destinato, rischi che finisca in un fondo pensione senza che tu abbia deciso nulla.
Questo meccanismo, però, non è noto a tutti. Molti pensano che il TFR resti in azienda per default, ma è il contrario: serve una scelta chiara e formale.
Come spiega Riccardo Onano in un post su Instagram, “se non fai nulla, il TFR viene destinato al fondo pensione scelto automaticamente”. E una volta avviato quel percorso, tornare indietro non è semplice. Per questo motivo, informarsi è fondamentale, specialmente nei primi mesi.
Un passaggio silenzioso ma decisivo
Quando si firma un contratto di assunzione, si entra in un sistema di regole già definite. Una di queste riguarda il TFR e la sua destinazione. Se nei primi mesi non esprimi una preferenza chiara, l’azienda è tenuta per legge a far confluire il tuo TFR in un fondo pensione. È un automatismo che può sembrarti neutro, ma non lo è: senza una tua scelta consapevole, qualcun altro decide per te.
Questo processo è poco pubblicizzato, ma ha un impatto reale. Alcuni contratti indicano fino a sei mesi di tempo per compilare il modulo relativo al TFR. Passato quel periodo, la scelta viene cristallizzata. E non si tratta solo di burocrazia: può cambiare il modo in cui riceverai quella somma al termine del rapporto di lavoro, o addirittura come la potrai utilizzare in futuro.

Il TFR non sparisce, ma potresti non gestirlo tu
Non si perde il TFR, è bene chiarirlo. Ma potresti perderne il controllo. Se finisce in un fondo pensione senza che tu abbia espresso una preferenza, potresti dover attendere molti anni per poterlo toccare. E nel frattempo, non è detto che quella scelta rispecchi i tuoi bisogni o la tua situazione. Parlare subito con il tuo capo o con l’ufficio del personale diventa allora il passo più saggio.
In realtà, più che perderlo, potresti doverlo aspettare molto più a lungo o riceverlo in forme diverse. Per evitarlo, la cosa più semplice da fare è chiedere: dove andrà il mio TFR? Posso scegliere? Quanto tempo ho? Domande che sembrano piccole, ma che possono fare un’enorme differenza sul tuo futuro.
