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“L’Italia sta per uscire dall’Europa”: Giorgia Meloni sgancia la bomba | Le conseguenze saranno devastanti

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni (Facebook foto) - www.financecue.it

Una giornata di tensioni sui mercati internazionali riporta in primo piano la fragilità degli equilibri finanziari.

C’è qualcosa di affascinante nel modo in cui i mercati riescono a cambiare umore da un giorno all’altro. Basta una notizia, un tweet, una dichiarazione inaspettata. Il 21 ottobre 2025 è stata una di quelle giornate in cui tutto sembra traballare, anche ciò che sembrava intoccabile. Non si è trattato di una crisi politica o di una guerra commerciale, ma l’effetto sui mercati è stato altrettanto rumoroso.

Il mondo finanziario ha vissuto ore di incertezza, e in certi momenti sembrava quasi che il tempo si fosse fermato. Gli operatori hanno improvvisamente rivisto strategie, ripensato posizioni, chiuso operazioni con una velocità febbrile. L’attenzione non era rivolta alle solite notizie, ma a un movimento inaspettato che ha scosso le certezze più radicate. E quando questo accade, si sa, gli effetti non si fermano al settore coinvolto.

C’è chi ha parlato di segnali da interpretare, chi di opportunità da cogliere. Ma dietro i numeri si muove una realtà più profonda: la sensazione che anche i capisaldi dell’economia possano scricchiolare. Non è la prima volta che accade, certo, ma ogni volta lascia un segno. E questa volta, lo scenario è stato più ampio di quanto si potesse immaginare.

Nel mezzo di tutto questo, anche l’Europa guarda e valuta.

Una giornata che nessuno si aspettava

Come riportato da financialhub_news, martedì 21 ottobre è stato un giorno da ricordare: l’oro ha subito un crollo del 5%, il peggiore dal 2013. In poche ore è passato da 4.381 a 4.082 dollari l’oncia. Un movimento improvviso, che ha lasciato increduli anche gli analisti più esperti. Ma l’oro non è stato il solo a scivolare: l’argento ha perso l’8%, il platino il 7%.

Le cause? Una combinazione di fattori. Il rimbalzo del dollaro ha reso meno appetibili i metalli preziosi, mentre una tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina ha abbassato la tensione internazionale, riducendo la corsa ai beni rifugio. A questo si è aggiunto il calo stagionale della domanda in India, che ha completato il quadro. Un mix esplosivo che ha acceso il panico sui mercati.

Unione Europea
Bandiera dell’Unione Europea (Canva foto) – www.financecue.it

Un nuovo protagonista si fa avanti

In mezzo a questo scossone, c’è un metallo che invece ha continuato a brillare: il rame. A differenza dei suoi “cugini” più preziosi, non ha subito la pressione del martedì nero. Anzi, si è confermato come una risorsa centrale per il futuro. Le sue quotazioni restano vicine ai massimi storici, sostenute da una domanda in continua crescita. L’AI, i data center, e soprattutto la transizione ecologica lo stanno rendendo sempre più indispensabile.

Ogni auto elettrica, per esempio, utilizza fino a quattro volte più rame rispetto a una vettura tradizionale. Questo dato basta da solo a spiegare perché gli analisti stimano una crescita del 24% della domanda globale entro il 2035. In un mondo che cambia, il rame è passato da materiale industriale a vero protagonista della transizione tecnologica. E mentre l’oro vacilla, lui resta in piedi.