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Ansia e stress come un infortunio: l’INAIL ti dovrà rimborsare | Non bisogna neanche portare le prove

Lavoratori

Diritto dei lavoratori stress (Canva foto) - www.financecue.it

L’ambiente lavorativo tossico può essere riconosciuto come causa di malattia: la tutela per i lavoratori si estende alla salute mentale.

Il concetto di infortunio sul lavoro sta cambiando. Non si parla più soltanto di cadute, incidenti o problemi fisici evidenti. Oggi, a finire sotto i riflettori sono anche le conseguenze psichiche causate da ambienti lavorativi oppressivi, spesso sottovalutate ma altrettanto invalidanti. La pressione costante, le aspettative irragionevoli e le umiliazioni sistematiche stanno trasformando la quotidianità di molti lavoratori in un percorso ad ostacoli invisibili ma reali.

Sempre più spesso si discute di cosa significhi davvero “sicurezza” in azienda. Non è solo una questione di caschi o norme antincendio: è anche proteggere le persone da dinamiche interne tossiche, da superiori aggressivi o da una cultura del lavoro che non ammette debolezze. Il malessere psicologico, in certi contesti, è l’unico risultato possibile.

Molti lavoratori resistono per anni in silenzio, temendo ritorsioni o semplicemente convinti che “sia normale” stare male al lavoro. Ma l’ansia, la depressione e l’isolamento sociale non sono effetti collaterali inevitabili di una professione: sono segnali di un sistema che non tutela chi ne fa parte. Ed è proprio questo aspetto che oggi sta ricevendo una nuova attenzione da parte della giustizia.

C’è chi ancora pensa che per ottenere giustizia serva dimostrare persecuzioni personali o casi di mobbing documentati. La realtà però sta prendendo una direzione diversa, dove la parola del lavoratore e una diagnosi medica possono valere quanto una prova scritta.

Una tutela che va oltre il visibile

Secondo quanto spiegato nel post di angelogrecoofficial, una recente decisione del Tribunale di Reggio Emilia (sent. n. 337/2025) ha confermato un principio innovativo: l’INAIL deve riconoscere come malattia professionale anche le patologie psichiche causate dal contesto lavorativo, indipendentemente dalla volontà di nuocere da parte del datore di lavoro. È sufficiente che ci sia una connessione dimostrabile tra il malessere e l’ambiente aziendale.

Questo rientra nel cosiddetto principio di “tutela previdenziale oggettiva”, dove ciò che conta non è l’intenzione, ma il danno subito. Se una perizia medica certifica che ansia o depressione derivano da un clima aziendale nocivo, l’INAIL è tenuta a intervenire con un risarcimento, anche in assenza di cause legali o prove documentali.

Stress
Stress sul posto di lavoro (Canva foto) – www.financecue.it

Una sentenza che può cambiare il destino di molti

Nel caso specifico, il tribunale ha riconosciuto un’invalidità parziale a una lavoratrice vittima di continue pressioni e discriminazioni. Il giudice ha dato valore al danno psichico, senza pretendere prove di mobbing o intenzioni persecutorie. “Non serve dimostrare che il capo voleva distruggerti: basta provare che ti sei ammalato a causa del lavoro”, si legge nel commento alla sentenza.

È un messaggio forte: la dignità non è un privilegio, ma una garanzia da tutelare. Grazie a questa pronuncia e all’orientamento della Corte Costituzionale, le malattie da stress — anche se non comprese nelle tabelle ufficiali — possono rientrare a pieno titolo nella copertura INAIL.