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Tagliati fuori da ogni sostegno: un tetto sulla testa basta per perdere tutti i bonus | Lo Stato ti abbandona

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni (Facebook foto) - www.financecue.it

Un tetto sulla testa non basta più: la nuova riforma rischia di penalizzare chi ha meno, ecco che cosa sta succedendo.

In Italia, avere una casa di proprietà non è sempre sinonimo di sicurezza. Per molti, rappresenta l’unico bene accumulato in una vita di sacrifici, spesso l’unico appiglio in mezzo all’incertezza economica. Eppure, proprio quel tetto sulla testa rischia di trasformarsi in una condanna invisibile, un ostacolo per accedere a qualsiasi tipo di sostegno pubblico.

Negli ultimi anni, l’attenzione sul ruolo dell’ISEE nelle politiche sociali è aumentata. Questo strumento, pensato per misurare la reale condizione economica di una famiglia, spesso finisce per penalizzare chi possiede solo la prima casa, anche se vive con redditi minimi. Il paradosso è evidente: chi ha poco ma ha una casa, è considerato “ricco” e resta escluso da aiuti fondamentali.

Questa situazione riguarda soprattutto single, pensionati e coppie senza figli. Categorie sempre più numerose e fragili, che si vedono negate agevolazioni su sanità, trasporti, affitti o energia, solo perché formalmente proprietari. Intanto, l’idea stessa di “bisogno” viene ridefinita attraverso parametri che non riflettono la complessità delle situazioni reali.

Il risultato è un sistema che sembra premiare solo chi rientra in un preciso modello familiare, lasciando fuori intere fasce di popolazione. Un meccanismo che genera frustrazione e incertezza, e che alimenta un crescente senso di disuguaglianza istituzionalizzata, dove chi ha meno non viene aiutato solo perché non è “il tipo giusto”.

Un cambiamento che divide invece di unire

A partire dal 2026, il governo Meloni ha annunciato una riforma che escluderà dal calcolo ISEE la prima casa, ma solo in casi molto specifici: famiglie con almeno due figli e un valore catastale inferiore ai 75.000 euro. Si tratta di un intervento che, almeno sulla carta, dovrebbe alleggerire il carico per il ceto medio.

Tuttavia, come sottolinea il post Instagram di @angelogrecoofficial, questa misura rischia di creare una frattura ancora più netta: “Una persona sola, magari anziana, con solo la casa in cui vive, continuerà a non contare nulla per lo Stato”. Il principio sembra essere chiaro: se non hai una famiglia numerosa, non meriti tutele.

Sostegni
Addio sostegni (Canva foto) – www.financecue.it

L’ingiustizia nascosta dietro la nuova soglia

Il cuore della riforma è proprio in ciò che non cambia: per milioni di cittadini la casa continuerà a pesare sull’ISEE, impedendo l’accesso a numerosi bonus e agevolazioni. Nonostante vivano con redditi bassissimi, saranno considerati “benestanti” semplicemente per non pagare un affitto. E così verranno tagliati fuori da ogni tipo di sostegno.

La promessa di aiutare il ceto medio si trasforma così in un provvedimento che lascia indietro proprio i più fragili. Non solo single e pensionati, ma anche coppie senza figli o famiglie con un solo figlio, escluse per una manciata di euro o per un numero che non rientra nel parametro giusto. Un’Italia a due velocità, dove lo Stato decide chi merita di essere aiutato e chi no.