Software inutilizzato, perdite da oltre un milione per due banche su tre

Grossi sprechi (canva.com) - www.financecue.it
Indagine internazionale rivela che il 67% delle banche d’investimento spende milioni in software che non vengono utilizzati a pieno.
Nel frenetico e spasmodico mondo della finanza globale, dove velocità e precisione sono fondamentali, l’innovazione tecnologica è da tempo il vero motore della produttività.
Tuttavia, tra analisi dei dati, strumenti di automazione e software di supporto, emerge una tendenza preoccupante: molte istituzioni investono in tecnologie senza riuscirle a sfruttare appieno.
Secondo lo studio di UpSlide e pubblicato su Retail Banker International, le banche d’investimento, pur riconoscendo l’importanza della digitalizzazione, stanno commettendo errori strategici nella gestione delle loro risorse tech.
Nello specifico, circa il 67% delle banche d’investimento spreca oltre un milione di sterline all’anno in software inutilizzati o sottoutilizzati. Ed è solo la punta dell’iceberg.
Il quadro di UpSlide
Anche le istituzioni più piccole, con budget inferiori ai cinque milioni di sterline, subiscono, in media, perdite di circa 250.000 sterline ogni anno (tipo 300.000 e più dollari, in conversione). Questi dati emergono da un’indagine condotta ed elaborata su oltre 600 professionisti dell’IT e dell’innovazione negli Stati Uniti, Regno Unito e Australia, in collaborazione con Williams Lea, una società di servizi tecnologici per i settori finanziario, legale e professionale.
Una delle principali criticità emerse dallo studio riguarda soprattutto la formazione del personale: il 66% degli intervistati ha dichiarato che i propri team non ricevono un addestramento adeguato per sfruttare al meglio le potenzialità dei software da loro acquistati. Seguono a ciò errori nei metodi di implementazione (64%) e una gestione del cambiamento aziendale ritenuta inefficace dal 63% degli intervistati. Stranamente, però, molte società non si concentrano seriamente sulle vere ragioni di queste perdite. Al contrario, gli enti che limitano gli sprechi a meno del 25% del budget totale vedono questi fattori come persino cruciali nella loro pianificazione.
Numeri e prospettive
Secondo lo studio, il 57% delle banche interpellate ha investito in nuovi programmi forniti da terzi nell’anno passato, di cui il 39% ha optato per sistemi di automazione e gestione dei documenti. Per migliorare l’efficacia, più della metà degli enti ha introdotto accordi di servizio più stringenti con i fornitori e controlli interni di due diligence più severi. Julien Villemonteix, CEO di UpSlide, ha dichiarato: “La conversione digitale e gli investimenti tecnologici hanno influito positivamente sui risultati dei servizi finanziari negli ultimi due anni. Tuttavia, questi dati evidenziano notevoli inefficienze nel settore dell’investment banking, dove software poco sfruttati stanno consumando fette importanti di budget già limitati”.
Villemonteix ha aggiunto che esiste “una palese relazione tra cattiva gestione del cambiamento e formazione insufficiente e le ingenti perdite economiche per le banche d’investimento”. Nonostante le difficoltà, il rapporto di UpSlide rivela segnali positivi: le banche stanno gradualmente abbracciando strategie più oculate per assicurarsi un guadagno reale dagli investimenti, onde far si di trovare un sano e vincente compromesso tra investimenti futuri, gestione oculata dei costi ordinari e visione oculata verso un futuro finanziario sempre più “tech” e intelligente.