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“Diventiamo come la Cina”: internet censurato in Italia | Non potrai più accedere a nessun sito

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Uomo al computer siti bloccati (Canva foto) - financecue.it

Un’ombra digitale avanza: verso limiti per la libertà online in Italia? Scopri che cosa sta succedendo sul web.

C’è una frase che circola sempre più spesso tra chi segue da vicino il mondo digitale: “Stiamo diventando come la Cina”. Fino a qualche tempo fa suonava come un’esagerazione, un paradosso buono per i meme. Ma oggi, in Italia, quel confronto inizia a far riflettere sul serio. Tra voci di blocchi, VPN inutili e accessi limitati ai siti, si respira l’aria di un cambiamento che non riguarda solo la tecnologia, ma il modo in cui potremo vivere — o sopravvivere — online.

Non si tratta più solo di proteggere la privacy o aggiornare i cookie: si parla di accesso, di libertà, di limiti. Temi che sembravano distanti dalla nostra quotidianità, e che invece si stanno avvicinando. A preoccupare non è un singolo provvedimento, ma il clima: sempre più spesso si accetta l’idea che filtrare, oscurare, impedire, siano gesti normali se giustificati da “motivi di sicurezza”. Ma chi decide cosa è sicuro?

Il punto è che in Italia c’è già un sistema che consente alle autorità di bloccare l’accesso a certi siti, spesso per motivi legati al gioco d’azzardo, alla pirateria o a contenuti ritenuti pericolosi. Ma adesso il discorso sembra spingersi oltre. Secondo alcuni, ci stiamo avvicinando a un controllo più esteso e profondo, che potrebbe rendere inutili anche gli strumenti come le VPN, usati per “bypassare” i blocchi.

In un post diventato virale, il creator andrlmbrd ha dichiarato: «Ci bloccheranno internet, e non basterà una VPN per scappare dalla tenaglia».

Quella strana idea di libertà digitale

Negli ultimi anni si è parlato tanto di privacy, dati personali, regole europee. Ma adesso la sensazione è che il problema sia un altro: la libertà di accesso. In un contesto in cui tutto passa per il web — informazione, lavoro, socialità — poter navigare senza ostacoli è diventato un diritto implicito. Ed è proprio questo diritto a essere messo in discussione.

In Italia esistono già meccanismi per bloccare certi domini, e finora l’uso è stato abbastanza selettivo. Ma se la logica che si impone è quella del “chiudere prima di capire”, allora la porta per una rete meno libera è già aperta. Nessuno vuole ammettere che si tratta di censura, ma quando la lista dei siti vietati cresce e le giustificazioni diventano sempre più vaghe, la parola comincia a pesare.

Sito
Sito web bloccato (Canva foto) – financecue.it

Oltre i filtri: cosa rischia davvero internet

Finora chi voleva aggirare certi blocchi usava strumenti come le VPN. Ma se verranno implementate tecnologie in grado di riconoscere e neutralizzare anche quelle, il controllo potrebbe diventare totale. E allora sì, sarebbe uno scenario molto simile a quello cinese: una rete chiusa, filtrata, modellata sul consenso.

Per ora non c’è una legge che lo imponga, ma i segnali che arrivano preoccupano. In assenza di trasparenza e limiti precisi, ogni nuova misura rischia di diventare un precedente.