Le lauree più inutili che esistono: 5 anni di sacrifici per ritrovarti in un fastfood | Hai sprecato la tua vita

Laurearsi non basta per il mondo del lavoro: è anche il tipo di laurea che fa la differenza. (Pexels Foto) - financecue.it
Laurearsi non basta per il mondo del lavoro: è anche il tipo di laurea che fa la differenza. Quali sono le lauree meno considerate?
La detrazione IRPEF del 19% per le spese universitarie è prevista nel modello 730/2025. I genitori possono recuperare parte dei costi sostenuti per i figli a carico, se la documentazione è tracciabile e riferita a corsi accreditati da università statali o non statali.
Per le università non statali, il decreto stabilisce limiti annuali differenziati per area disciplinare e zona geografica. Per corsi medici al Nord si può detrarre fino a 3900 euro, mentre per discipline umanistiche al Sud il tetto scende a 2500 euro.
La detrazione è valida anche per master universitari, corsi di perfezionamento e dottorati di ricerca. Ci sono anche istituti tecnici superiori e conservatori musicali, equiparati alle università. La mancata tracciabilità della spesa esclude il beneficio fiscale. È necessario conservare ogni documento ufficiale che attesta il pagamento e l’iscrizione.
I figli devono essere a carico per ottenere la detrazione. Se il costo è sostenuto da entrambi i genitori, la detrazione si divide. Se uno solo paga, può detrarre l’intero importo. Quali sono i percorsi che danno meno accesso al mondo del lavoro?
I costi universitari
Far studiare i figli all’università ha dei costi, ma il sistema fiscale italiano offre strumenti di compensazione. Le spese sostenute nel 2024 sono detraibili nel modello 730/2025 con una percentuale fissa del 19%. Per le università statali non esistono limiti.
Per quelle non statali, si applicano tetti stabiliti dal Ministero, differenziati per area disciplinare e zona geografica. Sono detraibili anche spese per test d’ingresso, soprattasse d’esame, master e corsi post-laurea. Quando questi costi potrebbero sembrare non convenienti?
Il fenomeno delle lauree inutili
In Italia, alcune lauree sono considerate meno utili dal punto di vista occupazionale, a causa dei bassi tassi di inserimento nel mondo del lavoro. Secondo EconomiaItalia, tra le lauree con minori sbocchi professionali figurano Archeologia, Antropologia, Scienze dello Spettacolo, Moda e Design, e diverse discipline umanistiche come Filosofia e Storia dell’Arte. Il tasso di disoccupazione per alcune di queste lauree supera il 30%, con difficoltà concrete nel trovare impieghi stabili e coerenti con il titolo di studio.
La saturazione del settore, la scarsa domanda da parte delle aziende e la frammentazione delle opportunità rendono questi corsi meno strategici per chi cerca un accesso diretto al lavoro. Non parliamo di percorsi inutili in senso assoluto, ma di scelte che richiedono consapevolezza e pianificazione. Serve valutare i dati occupazionali prima di iscriversi, e considerare anche le prospettive di crescita e le competenze trasversali richieste.