Chat control: cos’è, a che serve e i rischi della proposta

Illustrazione della Data privacy (canva FOTO) - financecue.it
Questo piano sta facendo molto discutere. Questo perché, in un modo o nell’altro, la nostra privacy potrebbe non essere al sicuro.
Negli ultimi mesi, in Europa, si è tornati a parlare di Chat Control, il controverso regolamento che vorrebbe obbligare piattaforme e app di messaggistica a monitorare le conversazioni private degli utenti per individuare materiale pedopornografico. Una misura che, almeno sulla carta, mira a proteggere i minori online.
Ma dietro questo obiettivo nobile, c’è chi vede un rischio enorme per la privacy di milioni di cittadini europei. Come riportato da Tech Radar, il dibattito è esploso di nuovo dopo le dichiarazioni di Signal, la nota app di messaggistica cifrata, che non ha criticato molto positivamente questo piano.
Ma le preoccupazioni non arrivano solo dal mondo tech. Anche diversi parlamentari europei hanno messo nero su bianco i propri dubbi. In due interrogazioni ufficiali, firmate da Emmanouil Fragkos (ECR) e Mathilde Androuët (PfE), si sottolineano i rischi per i diritti fondamentali sanciti dagli articoli 7 e 8 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, che tutelano privacy e protezione dei dati personali. Una domanda, in particolare, risuona con forza: è davvero accettabile sacrificare la sicurezza digitale di tutti per colpire una minoranza di criminali?
La questione non è nuova. Il progetto di regolamento, presentato per la prima volta nel 2022, è tornato sul tavolo di Bruxelles con una versione aggiornata che sarà discussa il 14 ottobre 2025. Stavolta però, il clima è diverso: la Germania sembra orientata al “no”, la società civile è in fermento e le aziende tecnologiche minacciano di lasciare l’Unione.
Il regolamento europeo
Il cuore della proposta, come spiegano i documenti ufficiali del Parlamento europeo (European Parliament, Question E-003249/2025 ed E-003250/2025), è la possibilità per le piattaforme digitali di scansionare i messaggi privati degli utenti, incluse le conversazioni crittografate, alla ricerca di contenuti illegali legati ad abusi su minori. Secondo la bozza, la scansione dovrebbe avvenire direttamente sui dispositivi, prima ancora che i messaggi vengano cifrati.
Critici e sostenitori si dividono nettamente. Da una parte, la Commissione parla di “strumenti necessari” per contrastare la diffusione di materiale pedopornografico; dall’altra, esperti di sicurezza informatica, giuristi e associazioni per i diritti digitali denunciano un pericoloso precedente. Inoltre, l’affidamento a strumenti automatici di analisi dei contenuti, potrebbe generare un alto tasso di falsi positivi.
Una situazione da non sottovalutare
La reazione più forte, però, come riportato da Tech Radar, è arrivata proprio dal mondo tecnologico. Signal, attraverso il vicepresidente globale Udbhav Tiwari. La società ha già annunciato che, se il regolamento dovesse passare, uscirebbe dal mercato europeo piuttosto che compromettere la cifratura dei messaggi. E non è sola: centinaia di esperti di crittografia, ricercatori e attivisti digitali hanno firmato lettere aperte contro il progetto.
A rendere il quadro ancora più incerto c’è la posizione della Germania, che secondo TechRadar resta decisiva. Un dettaglio paradossale, sempre secondo Tech Radar: secondo le ultime versioni del testo, gli account governativi e militari sarebbero esentati dai controlli, mentre i cittadini comuni resterebbero completamente esposti.