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Se fai il furbo 1.100€ di multa: se ti dimentichi è tutto perdonato | Fregare lo Stato è un attimo

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Polizia ferma un'auto (Depositphotos foto) - www.financecue.it

Dimenticare può costare caro, ma una spiegazione convincente può bastare a evitare la sanzione: scopri i dettagli.

Tra le tante preoccupazioni che possono sorgere quando si apre una busta bianca con timbro comunale, c’è quella legata a una contravvenzione stradale. Non è solo il costo economico a pesare, ma anche le implicazioni che ne derivano, specie quando si tratta di infrazioni gravi. In questi casi, infatti, non basta pagare: bisogna anche dire chi era al volante. Una dimenticanza, in questo contesto, rischia di diventare molto più costosa di quanto si possa immaginare.

Nel panorama delle sanzioni italiane, le multe legate alla decurtazione dei punti rappresentano un nodo spinoso per molti automobilisti. Se il verbale non viene contestato immediatamente ma arriva a casa dopo giorni o settimane, il proprietario del veicolo è obbligato a indicare chi stava guidando al momento della violazione. L’obiettivo è chiaro: colpire solo il vero responsabile, senza trasferire penalità sulla patente di chi non ha commesso l’infrazione.

Ma se la memoria vacilla, che cosa si rischia? Le situazioni in cui non si ricorda con certezza chi fosse alla guida non sono rare. Veicoli aziendali condivisi, auto usate da più familiari, spostamenti avvenuti settimane prima: tutte circostanze che possono rendere complicata la ricostruzione. Tuttavia, il silenzio non è un’opzione priva di conseguenze.

Ignorare la richiesta delle autorità non solo non risolve il problema, ma lo aggrava. Chi non comunica i dati del conducente rischia una seconda sanzione, autonoma e distinta da quella originaria, con importi che possono raggiungere anche i 1.100 euro. A stabilirlo è l’art. 126 bis del Codice della strada, che punta a responsabilizzare chi ha la disponibilità del veicolo, anche se non è l’autore diretto dell’infrazione.

Una possibilità prevista dalla legge

C’è però una via d’uscita, anche per chi davvero non riesce a ricordare. Come spiega Brocardi.it, la normativa non impone un obbligo assoluto di memoria. È la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 165 del 2008, a chiarire che non si può punire chi dimostra in modo fondato di non ricordare. Il punto è proprio nella motivazione: un semplice “non lo so” non basta. Occorre spiegare perché non si riesce a risalire all’identità del conducente.

Situazioni come la condivisione frequente del veicolo o la ricezione del verbale a distanza di mesi possono rappresentare una giustificazione valida, ma vanno dettagliate. L’autorità ha comunque facoltà di ritenere insufficiente la risposta e comminare comunque la multa, lasciando al cittadino la possibilità di fare ricorso.

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Paletta della polizia posto di blocco (Depositphotos foto) – www.financecue.it

Cosa ha deciso la giurisprudenza

È proprio questo il cuore della vicenda analizzata nella recente sentenza, in cui il giudice ha stabilito che una giustificazione concreta e circostanziata può evitare la sanzione. Non si tratta di un lasciapassare automatico, ma di un’opportunità riconosciuta dal diritto alla difesa. “Fregare lo Stato è un attimo”, recita ironicamente il titolo, ma la verità è che le regole prevedono margini ben precisi.

Il cittadino che si trova nella condizione di non poter identificare chi guidava, purché lo motivi in modo convincente, può evitare di pagare fino a 1.100 euro di sanzione. Un principio che ribadisce come il rispetto delle regole non escluda il buon senso, soprattutto quando la memoria può realmente giocare brutti scherzi.