Tolte definitivamente le tasse: puoi decidere tu se e quando pagare | Migliaia di euro l’anno che finiscono direttamente nelle tue tasche

Gioia incontenibile (Canva) - financecue.it
Finalmente, una buona notizia! Ovvero, che non si dovranno più pagare tasse annualmente, ma soltanto a convenienza propria.
Le tasse in Italia, rappresentano uno degli strumenti principali attraverso cui lo Stato finanzia servizi pubblici, infrastrutture, e programmi sociali. Un sistema fiscale articolato, e che comprende imposte dirette, come l’Irpef e l’Ires; e imposte indirette, come l’Iva.
Tutti i cittadini e le imprese, son tenuti a rispettare determinati obblighi fiscali, presentando dichiarazioni, e versando le imposte, secondo le scadenze previste. E il mancato rispetto di essa, può comportare sanzioni e interessi, sottolineando quindi l’importanza della correttezza e della puntualità.
Ma oltre alle tasse nazionali, esistono anche i tributi locali, come la Tari, l’Imu, e l’addizionale Irpef regionale o comunale. Le stesse che contribuiscono al finanziamento dei servizi del territorio, e variano in base al Comune o alla regione di residenza.
Le tasse, comunque, non son solo un obbligo, ma uno strumento di redistribuzione delle risorse e di sostegno al bene comune. Ecco perché, comprendere il funzionamento del sistema fiscale è fondamentale, per gestire al meglio le proprie finanze, e contribuire allo sviluppo del Paese.
Il nuovo disegno di legge
Qualche mese fa è stato presentato, in Italia, un disegno di legge noto come “Growth Act”, iniziativa il cui obiettivo è quello di modificare il trattamento fiscale degli investimenti, in strumenti finanziari come i fondi comuni d’investimento, conosciuti anche come “Mutual Fund“. Fondi i quali, nello specifico, son gestiti attivamente da professionisti che acquistano e vendono titoli all’interno del portafoglio, il cui scopo è massimizzare i rendimenti per gli investitori.
I fondi comuni permettono, quindi, agli investitori di affidare il proprio capitale a gestori professionisti; e questi ultimi, poter comprare e rivendere strumenti finanziari, all’interno del fondo. Ogni vendita, genera una plusvalenza, ovvero un guadagno derivante dalla differenza fra prezzo di vendita e prezzo di acquisto. Plusvalenze che, tradizionalmente, venivano tassate ogni anno, sebbene reinvestite nel fondo stesso.
La novità del “Growth Act”
Il “Growth Act”, dal canto suo, propone un cambiamento sostanziale: ovvero, che le plusvalenze generate dalle operazioni interne del fondo, non verranno più tassate immediatamente. In altre parole, l’investitore non pagherà più le tasse ogni volta che il gestore realizza un guadagno, all’interno del fondo; e il prelievo fiscale, avviene soltanto quando l’investitore decide di uscire dal fondo (cioè, al momento del rimborso delle quote).
Una riforma che può, in altre parole, semplificare la gestione fiscale degli investimenti, evitando di dover pagare imposte (annualmente) su plusvalenze non effettivamente percepite. Implicando, tuttavia, persino il fatto che l’uscita dal fondo comporterà un addebito unico più consistente, cumulando tutte le plusvalenze maturate nel tempo. Quindi, l’obiettivo del legislatore è incentivare il reinvestimento e la crescita del capitale, senza esser penalizzati fiscalmente, nel breve periodo.