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L’intelligenza ti porta al collasso: un alto QI ti trasforma in un alcolizzato | Studiare alla fine non ti è convenuto

Ubriaco senza soldi

Stando a recenti studi, avere una maggiore intelligenza potrebbe influenzare il rischio di diventare alcolista. Quanto c'è di vero? (Pexels Foto) - financecue.it

Stando a recenti studi, avere una maggiore intelligenza potrebbe influenzare il rischio di diventare alcolista. Quanto c’è di vero?

La dipendenza da alcolismo non nasce da un singolo bicchiere, ma da una progressione invisibile. Il consumo occasionale può trasformarsi in abitudine, poi in necessità. Il corpo si adatta, il cervello si ristruttura. L’alcol smette di essere scelta.

Il meccanismo della dipendenza passa per neurotrasmettitori come dopamina e GABA. L’alcol agisce come sedativo, ma anche come stimolante sociale. Il cervello ne richiede di più per ottenere lo stesso effetto. La tolleranza aumenta, il controllo diminuisce.

La dipendenza non è solo chimica: è anche ambientale, relazionale, narrativa. Il contesto sociale può normalizzare il consumo, mentre l’isolamento lo radicalizza. L’alcol diventa rifugio, collante, anestetico.

Uscire dalla dipendenza richiede più di una decisione: serve una rete, una regia, una nuova grammatica. Le ricadute non sono fallimenti, ma soglie da archiviare. Ogni tentativo è un atto di sovversione contro la struttura che si è imposta. Può dipendere da quanto sei intelligente?

La dipendenza cronica da alcol

La dipendenza da alcolismo è una condizione cronica che dipende da aspetti biologici, psicologici e sociali. Il cervello modifica la sua risposta agli stimoli, creando un circuito di rinforzo che rende l’alcol indispensabile per funzionare.

Le aree coinvolte sono quelle della ricompensa, del controllo degli impulsi e della memoria emotiva. Il soggetto dipendente non cerca più il piacere: cerca la normalità. La normalità dipende dall’alcol a disposizione. Il disturbo da uso di alcol (AUD) è riconosciuto come patologia. Dipende anche dall’intelligenza?

Dipendenza alcol
La dipendenza da alcolici (Pexels Foto) – financecue.it

Gli ultimi studi

Uno studio pubblicato su BMJ Open ha seguito per 36 anni una coorte di oltre 3200 uomini danesi per vedere il legame tra quoziente intellettivo (QI) e disturbi da uso di alcol (AUD). I risultati mostrano che un QI più basso in gioventù è associato a un rischio maggiore di sviluppare dipendenza da alcol in età adulta. Per ogni deviazione standard in meno nel QI, il rischio aumentava del 69%. Non è l’intelligenza a proteggere dal consumo, ma dalla dipendenza. Il cervello meno reattivo sembra più vulnerabile alla compulsione, meno capace di gestire il rituale sociale del bere.

In parallelo, Commenti Memorabili ha riportato il 3 settembre 2025 uno studio del Karolinska Institutet su oltre 49 mila uomini svedesi, che mostra una correlazione opposta: QI più alto è associato a consumo più frequente di alcol, ma non a dipendenza. Il cervello più sveglio tende a bere di più, ma con maggiore controllo. Il consumo diventa parte del contesto sociale, non una fuga. L’intelligenza non garantisce sobrietà, ma protegge dalla perdita di regia. Bere è un atto sociale, non sempre un sintomo.