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Avio lancerà tre nuove missioni spaziali con Vega-C grazie ai contratti firmati con l’Esa

Illustrazione del logo dell'ESA (Depositphotos FOTO) - financecue.it

Illustrazione del logo dell'ESA (Depositphotos FOTO) - financecue.it

Tra Esa ed Avio nasce una solida collaborazione, che si tradurrà in nuove missioni spaziali con vega-C (e non solo!).

C’è aria di novità nello spazio europeo: con la Flight Ticket Initiative, lanciata congiuntamente da ESA e Commissione Europea, vengono messe in campo nuove opportunità per testare idee e strumenti direttamente in orbita. Non si tratta di missioni tradizionali, ma di voli pensati per dare spazio a tecnologie in fase di validazione.

Il principio è semplice: per sapere se un prototipo funziona davvero, l’unica prova decisiva è farlo lavorare nello spazio. Da qui nasce il concetto di IOD/IOV (in-orbit demonstration/validation), ossia missioni mirate a dimostrare o verificare il funzionamento di hardware, servizi e carichi utili.

Questa volta a essere protagonisti sono stati Avio e Isar Aerospace, che hanno firmato cinque contratti di lancio complessivi. Tre riguardano la Vega-C di Avio, che partirà dalla Guyana Francese, mentre due saranno affidati al lanciatore Spectrum di Isar Aerospace, con base in Norvegia.

Non è solo un traguardo industriale: la mossa rientra in una strategia più ampia, volta a stimolare la concorrenza, a diversificare i fornitori e a dare respiro a quelle realtà che vogliono ritagliarsi uno spazio nel settore aerospaziale europeo.

Le tre missioni con Avio

Come riportato dai comunicati stampa di Avio ed ESA, Avio ha siglato tre contratti che vedono salire a bordo di Vega-C altrettanti progetti piuttosto diversi tra loro. Il primo è la missione E.T. Pack della spagnola Persei, che sperimenterà una tecnologia di deorbitazione basata su un nastro di alluminio lungo un chilometro. L’idea è che, interagendo con il plasma e il campo geomagnetico terrestre, questo nastro generi una forza chiamata drag di Lorentz capace di rallentare e portare il satellite a rientrare in atmosfera, senza usare carburante. Una soluzione pulita e, se funziona, anche rivoluzionaria per ridurre i detriti spaziali.

La seconda missione porta la firma del DLR (Centro Aerospaziale Tedesco), che lancerà il cubesat Pluto+. Dentro a un satellite così compatto troveranno spazio sia un sistema avionico ad alte prestazioni sia un pannello solare flessibile da 100 Watt. L’obiettivo? Dimostrare che tecnologie pensate di solito per veicoli più grandi possono essere miniaturizzate senza perdere efficienza. Infine, la francese Grasp manderà in orbita GapMap-1, il secondo satellite di una futura costellazione di osservazione terrestre. A bordo ci sarà uno spettrometro all’infrarosso a onde corte, progettato per rilevare gas serra nell’atmosfera e fornire dati sempre più precisi su inquinamento e cambiamento climatico.

Illustrazione di una missione spaziale (canva FOTO) - financecue.it
Illustrazione di una missione spaziale (Canva FOTO) – financecue.it

Le missioni con Isar Aerospace

Sul fronte opposto, Isar Aerospace si è aggiudicata due contratti con ESA per il suo lanciatore Spectrum, che volerà dalla base norvegese di Andøya. La prima missione vedrà protagonisti due satelliti della start-up Infinite Orbits, destinati a un test di “rendezvous” in orbita bassa: uno fungerà da detrito inattivo, l’altro si avvicinerà autonomamente fino a pochi metri. È un banco di prova per le future operazioni di pulizia orbitale o di manutenzione satellitare.

Il secondo contratto riguarda la compagnia olandese Isispace, che coordinerà l’integrazione e l’uso di tre cubesat. Questi piccoli satelliti offriranno a vari partner la possibilità di mettere alla prova sensori e componenti in orbita reale, con un approccio condiviso e flessibile. Anche in questo caso si parla di validazione diretta nello spazio, un passaggio sempre più cruciale per passare dalla fase di laboratorio al mercato.