Stampare più soldi non risolverebbe la povertà?

La soluzione? (depositphotos.com) - www.financecue.it
Perché non produrre denaro per sconfiggere la povertà? Il libro della Banca d’Inghilterra lo chiarisce attraverso esempi reali.
Nel dibattito pubblico riguardante l’economia, una delle domande più semplici ma anche fuorvianti è questa: “Se la mancanza di denaro è la causa della povertà, perché non produciamo più denaro per porvi rimedio? “.
Una riflessione comune, formulata certamente con buone intenzioni, ma che nasconde fraintendimenti significativi sul vero funzionamento della moneta e delle economie contemporanee specialmente.
Per questo motivo, la Banca d’Inghilterra (BoE) ha deciso di rispondere a queste interrogative con il libro “Can’t We Just Print More Money? “, scritto da Rupal Patel e Jack Meaning, economisti della banca centrale britannica.
Il testo si propone come una guida divulgativa, accessibile anche ai lettori più giovani, e si impegna a dare risposte chiare e rigorose a quesiti semplici, con un tocco di ironia tipico inglese!
Il valore di un accordo
Il progetto rientra in un’iniziativa educativa più ampia della BoE, che include anche materiali didattici scaricabili — come storie interattive, simulazioni di dibattiti e strumenti di educazione finanziaria — destinati alle scuole di tutto il Regno Unito. L’intento è di avvicinare bambini e adolescenti all’economia reale, promuovendo il pensiero critico e la consapevolezza civica già in giovane età, promuovendo l’educazione finanziaria e non solo.
Secondo le informazioni presentate, creare denaro in abbondanza, come chiarito nel libro, non porta a generare ricchezza: si limita invece ad aumentare l’ammontare di moneta disponibile senza alterare la quantità di beni e servizi offerti. Tale squilibrio dà origine all’inflazione, ossia alla riduzione del potere d’acquisto. Pertanto, se tutti possedessero più soldi ma la disponibilità di beni rimanesse invariata, i prezzi aumenterebbero, riducendo di fatto il valore del denaro stesso.
Istruzione ed ironia
Nei materiali didattici allegati, la BoE incoraggia i lettori a riflettere anche sulla natura della moneta: non è solo banconote, ma anche fiducia, memoria e accordo sociale. Come evidenziato nel capitolo “What actually is money? ”, in passato sono stati utilizzati oggetti inusuali come pesci essiccati, pellicce di scoiattolo e persino sigarette come forme di valuta. L’elemento comune non è dunque il materiale, ma l’accordo su cosa costituisca un mezzo di scambio riconosciuto.
Senza dubbio, le questioni trattate sono di grande rilevanza, ma uno dei principali pregi del progetto è il suo valore educativo. Nei materiali per le scuole, gli studenti vengono incoraggiati a elaborare argomentazioni su questioni complesse, sviluppando al contempo il pensiero critico, la logica e l’espressione personale. Esempio significativo è il dibattito dal titolo “Questa casa crede che stampare più soldi sia la soluzione alla povertà”, che invita gli studenti a indagare non solo i dati economici, ma anche le conseguenze sociali ed etiche delle decisioni macroeconomiche. In conclusione, la risposta alla domanda iniziale lanciata da noi è, in termini tecnici, “no” — tuttavia rimanere educati sull’argomento, magari strappandosi una garbata risata, non fa mai male!