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Dazi Usa-Cina, l’FMI avverte sui rischi di uno shock per l’economia globale

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Una guerra in corso... (depositphotos.com) - www.financecue.it

Il giorno in seguito all’annuncio dei nuovi dazi, i mercati hanno reagito con una delle peggiori vendite degli ultimi anni.

In un’economia mondiale sempre più complessa, un improvviso cambiamento nelle dinamiche commerciali può generare conseguenze a catena che vanno ben oltre i confini nazionali; le crisi passate ce lo hanno dimostrato.

A tal proposito il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha lanciato un avviso chiaro e pressante: l’aumento dei dazi tra Stati Uniti e Cina potrebbe causare un impatto negativo significativamente esteso sull’economia globale. Il Guardian ha riportato le osservazioni della direttrice del Fondo, Kristalina Georgieva, la quale ha messo in guardia riguardo ai rischi di un prolungato conflitto commerciale in un contesto di crescita stagnante e inflazione persistente.

Il messaggio dell’FMI è in generale un invito a evitare l’escalation tra le due principali economie mondiali, trattandosi di relazioni bilaterali a rischio, nonché dell’equilibrio fragile che sostiene l’economia internazionale.

Il commercio, già in difficoltà, potrebbe infatti subire un arresto ancora più severo, con effetti sulle catene di approvvigionamento, sulla crescita dei prezzi dei beni di consumo e sui mercati finanziari. In un periodo in cui la politica commerciale è segnata da tensioni geopolitiche, l’FMI ribadisce l’importanza della diplomazia economica, del dialogo e della chiarezza normativa.

L’intenzione del FMI

Basandoci sulla visione proposta dal Guardian, i dazi tra Stati Uniti e Cina rappresentano indubbiamente uno shock per l’economia mondiale. Secondo Kristalina Georgieva, la situazione è già segnata da rallentamento economico, e l’incertezza generata dai dazi complica ulteriormente le cose. Infatti, nel suo Global Financial Stability Report, il FMI ha sottolineato ed evidenziato come i mercati globali si stiano adattando rapidamente a nuove soglie di rischio, con una considerevole rivalutazione degli asset finanziari. In questo contesto, le istituzioni finanziarie più vulnerabili – in particolare i fondi speculativi altamente indebitati – possono diventare un potenziale focolaio di instabilità sistemica.

Nell’ edizione primaverile del World Economic Outlook, il FMI ha inoltre rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2025, segnalando che anche le economie avanzate, come quella degli Stati Uniti, subiranno un impatto negativo, ora previsto con una crescita del +1,8% rispetto al 2,7% stimato all’inizio dell’anno.

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Basterà il monito (depositphotos.com) – www.financecue.it

Contro nuovi squilibri

Tuttavia, nella revisione fatta a luglio, il Fondo ha moderatamente corretto le sue aspettative: come riporta anche Reuters, il Fondo prevede comunque una crescita globale del 3,0% per il 2025 e del 3,1% per il 2026, parzialmente grazie a un allentamento delle tensioni commerciali. È comunque evidente che questa ripresa resti fragile e vulnerabile a nuove sorprese geopolitiche, secondo il Guardian.

In un rapporto sugli squilibri globali, il FMI evidenzia che l’aumento dei deficit o surplus non è sempre legato a questioni commerciali, ma spesso riflette distorsioni e disgregazioni interne come spese pubbliche elevate o bassa domanda interna. Pertanto, il FMI ha suggerito agli Stati Uniti, ma non solo, di intervenire su questi elementi interni piuttosto che ricorrere ai dazi, i quali hanno effetti a catena su crescita, inflazione e stabilità finanziaria. Tuttavia la “guerra commerciale” è in corso e ben lungi dall’arrestarsi.