Auto verdi, 600 milioni di incentivi da settembre: il piano da conoscere

Illustrazione di un'auto verde (Canva FOTO) - financecue.it
Sono in arrivo nuovi fondi e nuovi incentivi per permettere di acquistare nuove auto elettriche. Sono cambiate anche alcune regole.
Negli ultimi mesi, la questione degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni è tornata al centro dell’agenda politica. Non si tratta solo di una misura ambientale, ma di un vero e proprio riordino di risorse rimaste inutilizzate negli anni passati. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31 dicembre 2024 ha messo mano proprio a questo: riallocare i fondi rimasti nei cassetti, in modo da renderli più efficaci e mirati.
Parliamo di somme non trascurabili, residui derivanti da precedenti programmi di sostegno, come il DPCM del 20 maggio 2024, che non avevano trovato piena applicazione. Ora, queste cifre vengono redistribuite con criteri più rigidi, puntando a massimizzare l’impatto sull’acquisto di veicoli realmente meno inquinanti. Già questo, da solo, basta a capire che la misura non è un semplice “bonus”, ma un intervento strategico.
L’intervento, oltre a sostenere l’acquisto di nuove auto e veicoli commerciali, prevede anche una fetta di fondi destinata al settore produttivo. La transizione verde, infatti, non si limita a cambiare il mezzo in garage, ma passa anche dalla capacità dell’industria di riconvertirsi e innovare.
Il contesto si inserisce in una strategia più ampia che vede l’Italia utilizzare risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per accelerare il ricambio del parco veicoli. In questo scenario, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha già firmato il decreto attuativo che entrerà in vigore da settembre 2025, definendo nel dettaglio chi potrà beneficiare degli incentivi e in che misura.
Come cambia la distribuzione dei fondi
Come riportato dalla Gazzetta Ufficiale, il DPCM di fine 2024 ha tracciato una mappa precisa di come suddividere le risorse ancora disponibili. Le quote vengono ripartite tra diverse categorie di veicoli: dalle autovetture di categoria M1, ai veicoli commerciali leggeri N1 e N2, fino ad altre tipologie come motocicli e mezzi speciali.
Non si tratta però solo di bonus per privati e aziende. Una parte consistente delle somme è destinata a investimenti nella filiera produttiva dell’automotive. Questo significa finanziare progetti di riconversione industriale, ricerca e sviluppo, e soluzioni tecnologiche in grado di ridurre l’impatto ambientale del settore. È stato anche stabilito che almeno il 25 % dei fondi assegnati a una delle categorie di veicoli sia riservato a modelli elettrici (BEV) o a idrogeno (FCEV), garantendo così un focus sulle soluzioni a zero emissioni.
Gli incentivi del PNRR e le regole operative
Parallelamente al DPCM, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha adottato, l’8 agosto 2025, il decreto attuativo che disciplina i nuovi contributi finanziati con il PNRR. In totale, parliamo di 597 milioni di euro, destinati a famiglie e microimprese situate nelle cosiddette “aree urbane funzionali”, cioè città con oltre 50.000 abitanti e relative zone di pendolarismo. Per accedere al bonus è obbligatorio rottamare un veicolo termico fino a Euro 5, così da legare l’incentivo a un reale beneficio ambientale.
Le cifre sono calibrate in base alla tipologia di beneficiario: per le persone fisiche, il contributo per un’auto elettrica (categoria M1) va da 9.000 a 11.000 euro, a seconda dell’ISEE; per le microimprese, l’acquisto di veicoli commerciali elettrici (categorie N1 e N2) può essere coperto fino al 30 % del prezzo, con un tetto di 20.000 euro a veicolo e nel rispetto della normativa “de minimis”.