Rivoluzione Naspi, dimissioni o licenziamento non fa differenza | Da oggi ti spetta lo stesso: serve solo questo requisito
Dimissioni Naspi (Canva foto) - www.financecue.it
Dimissioni equiparate al licenziamento per ottenere la NASpI: ecco cosa serve davvero per ottenere l’assegno.
Nel mondo del lavoro, capita sempre più spesso di dover prendere decisioni difficili. Tra queste, lasciare un impiego può sembrare una scelta che comporta la rinuncia a ogni tipo di tutela. Eppure, in certi casi, le cose non stanno così. Esiste infatti una situazione in cui dimettersi non significa perdere tutto.
Da qualche tempo, molte persone hanno cominciato a chiedersi se sia ancora necessario essere licenziati per accedere alla disoccupazione. Il tema è diventato centrale, soprattutto in un periodo in cui i rapporti di lavoro si fanno più instabili e i lavoratori cercano garanzie concrete. Ma è davvero cambiato qualcosa?
Sui social il dibattito è acceso. Un post di ricorso_facile su Instagram ha attirato l’attenzione di migliaia di utenti affermando che anche chi si dimette può ottenere la NASpI, a una condizione ben precisa. Un’affermazione che ha generato sorpresa, ma anche molte domande, soprattutto tra chi si trova in situazioni lavorative complesse o insostenibili.
Le norme non sono cambiate in modo radicale, ma ci sono aspetti che vale la pena chiarire. In particolare, è importante capire quando una dimissione diventa simile, agli occhi della legge, a un licenziamento. Ed è proprio da qui che si apre una possibilità poco conosciuta, ma perfettamente legittima.
Una scelta difficile che può aprire un diritto
Dimettersi non equivale quasi mai a licenziarsi, ma ci sono eccezioni. Quando il lavoratore lascia l’impiego per giusta causa, l’INPS riconosce comunque il diritto alla NASpI. Questo accade, ad esempio, se il dipendente subisce molestie, non viene pagato, o viene trasferito senza motivo valido. In casi simili, le dimissioni non sono considerate volontarie, ma imposte da circostanze gravi.
A rendere tutto ufficiale è la normativa vigente, che da tempo prevede questa possibilità. Chi riesce a dimostrare la giusta causa, quindi, può presentare domanda per ricevere l’indennità di disoccupazione anche senza essere stato licenziato. Un diritto poco conosciuto, ma che può fare la differenza.
Il vero requisito che cambia tutto
Quello che conta davvero non è tanto il modo in cui finisce il contratto, ma la motivazione che ha spinto alle dimissioni. Se si tratta di una scelta dettata da motivi personali, il diritto alla NASpI decade. Ma se esistono prove concrete di un comportamento scorretto da parte del datore di lavoro, allora la richiesta diventa legittima.
Non è quindi vero, come spesso si legge, che “dimissioni o licenziamento non fa differenza”. La differenza c’è, ma dipende tutta dalla causa. Ed è proprio questa sottile distinzione che permette di tutelare chi ha dovuto lasciare il proprio posto per ragioni davvero gravi.