Anziani, NON firmate questo documento: Inps senza pietà | Addio pensione per 6 mesi di fila

Non firmate nessun documento! (Canva) - financecue.it
Prima di firmare qualsiasi cosa, bisogna leggere ogni singola riga del documento, per evitare beghe legali infinite.
Sempre più cittadini, avvertono un senso di abbandono da parte delle istituzioni. Poiché le promesse fatte in campagna elettorale, sembrano sempre svanire, una volta ottenuto il potere, lasciando quindi spazio a decisioni scollegate dalla realtà quotidiana della popolazione.
Anche quando esistono fondi o misure di sostegno, infatti, l’accesso è spesso ostacolato da procedure complicate, documenti infiniti, e piattaforme digitali poco intuitive. Facendo sì che il risultato sia quello il quale, chi ha davvero bisogno, spesso rinunci solo per stanchezza o mancanza di mezzi.
Per di più, molti settori fondamentali come sanità, istruzione e trasporti, subiscono tagli sistematici, mentre si continua a investire su ambiti lontani dalle necessità della maggioranza. Generando, questo, sfiducia e senso d’ingiustizia sociale.
Le istituzioni, in altre parole, appaiono sempre più distanti, incapaci di dialogare con i cittadini, o di comprenderne le esigenze. E chi vive in difficoltà economiche, sociali o psicologiche, spesso non sa nemmeno a chi rivolgersi.
Una firma che ha cambiato tutto
Giuseppe Casucci, 66 anni, residente a Ponticino, ha dedicato la vita al lavoro e alla passione per il calcio; in particolare, all’Arno Castiglioni Laterina, dove allena i bambini dal 1998. Poi, dopo esser andato in pensione nel 2021 con “Quota 100”, sembrava aver finalmente raggiunto un meritato equilibrio, ma tutto è cambiato nel 2023, quando con leggerezza e fiducia, ha firmato un contratto per ricevere un semplice rimborso spese, convinto si trattasse di una consueta formalità.
Un documento, tuttavia, che non era un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co) da circa 2 mila euro annui, ma una scrittura entrata immediatamente in conflitto con la pensione percepita. Motivo per cui, l’INPS ha quindi sospeso l’assegno previdenziale, da giugno a dicembre 2024, chiedendo la restituzione di ben 42 mila euro. Nondimeno, a peggiorare la situazione, il CUD 101 legato al contratto ha generato un conguaglio fiscale aggiuntivo, da 700 euro.
Un errore fatto in buona fede
Casucci si è sì affidato ai patronati, intraprendendo un’azione legale, ma purtroppo non ha conseguito alcun esito. E come dichiarato a valdarno24.it, si dichiara deluso e amareggiato; dicendo, infatti, che gli sembra del tutto sproporzionato pagare un prezzo simile, per un’attività svolta per passione, e per il suo Paese. Senza nemmeno, addirittura, aver neppur ricevuto comunicazioni ufficiali.
Dal gennaio 2025, la pensione è ricominciata, ma decurtata di 500 euro mensili, proprio per sanare il debito. Pertanto, l’avvocato Paolo Prisco continua a lottare per lui, supportato anche dal presidente del CONI, Giovanni Malagò. E la Corte d’Appello, sarà il prossimo banco di prova.