Revoca patenti, le stanno togliendo a migliaia di persone di tutte le età: da luglio vai al lavoro a piedi | Ecco la nuova legge
Parcheggio pieno di auto (Canva foto) - www.financecue.it
Il trasporto è a rischio: senza nuove patenti e con pochi istruttori, si ferma il motore dell’economia italiana.
Nel silenzio apparente delle nostre città, qualcosa si muove. O, meglio, qualcosa si ferma. Meno mezzi in strada, tempi di attesa più lunghi, scaffali che tardano a riempirsi: piccoli segnali che raccontano di un sistema in difficoltà, spesso ignorato finché non tocca la quotidianità. Ma a luglio, tutto questo potrebbe diventare più visibile.
Non si tratta di un guasto temporaneo o di una protesta improvvisa. Le radici del problema sono ben più profonde e affondano nel terreno di una carenza che cresce da anni. Mancano i conducenti, mancano le patenti, e mancano soprattutto le condizioni per formare chi dovrebbe guidare l’Italia – letteralmente – verso il futuro.
Mentre si cercano soluzioni per accelerare l’economia, uno dei motori principali rischia di restare spento. Senza trasporto efficiente, le filiere logistiche rallentano, il trasporto pubblico taglia corse, e la pressione sui pochi professionisti rimasti cresce ogni giorno. Il lavoro c’è, ma mancano le persone per farlo. E dietro questa assenza, c’è un sistema che non funziona più.
Si può parlare di emergenza? Forse sì, se si considera che nel 2024 sono state rilasciate meno di un decimo delle patenti necessarie. Un dato che lascia pochi dubbi su quanto la situazione sia ormai strutturale. Ma c’è una proposta, e potrebbe cambiare molto nei prossimi mesi.
le nuove regole per cambiare il sistema
Il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta. Come riporta Informatore, alla Camera dei Deputati è stato presentato un documento con sette misure urgenti per invertire la rotta. Non si tratta di revoche di massa delle patenti, come suggerisce il titolo circolato online, ma dell’opposto: un intervento per aumentare il numero di conducenti professionali, semplificando l’accesso alla professione.
Le proposte includono la semplificazione delle procedure, la riforma della Carta di Qualificazione del Conducente e un aumento delle ore di guida per ottenere la patente B. L’obiettivo è chiaro: rendere più attrattivo un mestiere indispensabile, rafforzare la formazione e ridurre il gap tra domanda e offerta. Nessuna legge prevede che si vada al lavoro a piedi: al contrario, si tenta di rimettere in moto un Paese fermo per mancanza di autisti.
Una crisi che nasce dalla formazione carente
Uno dei nodi centrali della crisi è rappresentato dal numero insufficiente di istruttori. In Italia ne risultano attivi circa 11.000, ma oltre il 70% ha più di 40 anni e il ricambio generazionale è quasi assente. L’accesso alla professione è reso difficile da percorsi formativi lunghi e disomogenei, che scoraggiano i giovani. A questo si aggiunge una normativa poco al passo con le esigenze attuali, dove la teoria prevale sulla pratica, rendendo l’intero processo meno efficace.
Anche i numeri parlano chiaro: nel 2024, le nuove patenti C (per il trasporto merci) sono state solo 20.147, contro una richiesta annua che supera le 214.000. Ancora più critica la situazione per le patenti D, legate al trasporto persone: rilasciate appena 5.707, a fronte di una domanda minima di 17.000.