INVASIONE CINESE – Saltano migliaia di posti in fabbrica: ti portano via il lavoro a settembre | Il Governo resta a guardare
Bandiera della Cina (Canva foto) - www.financecue.it
L’auto cinese avanza nel mercato europeo stagnante, mentre cala la produzione interna e cresce la tensione tra Bruxelles e costruttori.
Le luci degli stabilimenti europei restano accese, ma sempre più spesso illuminate da segnali di allarme. A una prima occhiata, nulla sembra fuori posto: capannoni pieni, catene produttive in funzione, operai al lavoro.
Ma sotto questa superficie si nasconde un’inquietudine crescente, alimentata da numeri che parlano chiaro e da strategie che si stanno rivelando sempre meno efficaci.
L’effetto domino è iniziato lentamente, nel silenzio delle statistiche. Le vendite nel settore auto in Europa non recuperano più come previsto. I mercati restano fermi, incapaci di tornare ai livelli pre-pandemici.
E mentre il resto del mondo accelera, con dati positivi su tutti i fronti, l’Europa arranca, trascinando con sé l’intera filiera industriale che dipende dalle immatricolazioni e dalla produzione interna.
Il futuro dell’elettrico conteso tra Cina e Unione Europea
Non è solo una questione economica: è anche un terreno di scontro politico e strategico. Le scelte imposte dall’Unione Europea sul futuro elettrico dell’automobile stanno mettendo in crisi il comparto, secondo l’analisi di diversi esperti. Diktat, multe e transizione forzata hanno lasciato impreparate molte aziende, incapaci di reggere il passo con un cambiamento così drastico. E mentre i colossi tradizionali perdono terreno, si fa largo una concorrenza aggressiva, ben preparata e finanziata.
Questa nuova concorrenza ha un volto e un nome, ed è quello dell’industria automobilistica cinese. Silenziosamente, ma con estrema determinazione, i brand d’Oriente stanno conquistando spazio e fiducia nel mercato europeo. Come dice Il Giornale, la loro è una “marcia trionfale”, trainata da modelli competitivi e prezzi aggressivi. Solo nel mese di maggio, il gruppo Saic (proprietario del marchio MG) ha registrato in Europa un +22,5% di immatricolazioni, arrivando a toccare una quota mercato del 2,3%. Numeri che preoccupano.
Il peso cinese cresce, la produzione europea rallenta
Questa crescita cinese avviene mentre il mercato dell’Europa Occidentale resta stagnante: appena +1,9% a maggio e un misero +0,1% da gennaio. In confronto al 2019, si parla di un calo del 19,7%, con Italia, Germania e Francia tutte in perdita. E proprio in questo scenario si profila il rischio più concreto: il calo della produzione interna, che si traduce in meno turni, meno operai, meno posti.
Secondo analisti e operatori del settore, la pressione cinese potrebbe esplodere a settembre, mese in cui molti contratti stagionali o temporanei non verranno rinnovati. Alcune fabbriche, già oggi in difficoltà, stanno rivedendo piani industriali e capacità produttive. Il cambio al vertice di Stellantis, con Antonio Filosa nuovo ceo, parte da una situazione in cui le immatricolazioni del gruppo sono scese dell’8,4% nei primi cinque mesi. Il governo italiano osserva, ma il timore tra sindacati e territori è che il tempo per agire stia per scadere.