Assegno Unico, il tempo è scaduto: se non hai consegnato questo foglio è la fine | Dal prossimo mese non vedi più un euro
Addio assegno unico (Canva foto) - www.financecue.it
Assegno Unico, la scadenza è passata: chi non ha inviato il documento rischia grosso, ecco cosa devi sapere.
Negli ultimi mesi, in molti hanno continuato a ricevere l’importo minimo dell’Assegno Unico, pensando che si trattasse di un errore momentaneo o di un semplice ritardo da parte dell’INPS. Ma dietro questo importo ridotto si nascondeva una scadenza precisa e poco pubblicizzata che ha determinato il valore dell’erogazione mensile.
Alcuni genitori se ne sono accorti tardi, altri invece non hanno mai ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, lasciando che il tempo scorresse senza intervenire. Ma chi avrebbe potuto fare qualcosa, adesso rischia di dover rinunciare a centinaia di euro di sostegno economico che spettavano per legge.
A partire da marzo 2025, infatti, qualcosa è cambiato per molti nuclei familiari: l’assegno si è abbassato improvvisamente. E mentre crescono le richieste di chiarimenti, la risposta si trova in un dettaglio tecnico, spesso trascurato o ignorato, ma fondamentale per il calcolo corretto degli importi.
Il problema non riguarda solo il presente: ciò che è in gioco è anche tutto ciò che sarebbe spettato nei mesi precedenti. Per molti, questa svista ha già avuto effetti concreti sul bilancio familiare, e non tutti potranno più recuperare quanto perso.
Una procedura semplice ma fondamentale
Bastava poco per mettersi al sicuro: accedere al portale dell’INPS o affidarsi a un CAF, caricare i documenti richiesti e attendere l’elaborazione dell’indicatore ISEE. Un’operazione che, pur essendo gratuita e relativamente veloce, è stata ignorata da migliaia di famiglie, molte delle quali convinte che l’erogazione fosse automatica e indipendente dall’aggiornamento.
Il rischio di confusione è stato accentuato dalla continuità dei pagamenti: l’Assegno Unico è proseguito anche senza aggiornamenti, ma con un importo ridotto al minimo. Questo ha indotto molti a non porsi domande, finché non è stato troppo tardi per intervenire e correggere la propria posizione.
Il documento dimenticato che fa la differenza
A determinare tutto è stata la mancata presentazione dell’ISEE aggiornato entro una data chiave. Come specifica il Gruppo Più, chi non ha inviato la nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) entro il 28 febbraio 2025 ha cominciato a ricevere solo l’importo minimo di 57,50 euro per figlio. Tuttavia, esisteva una finestra di recupero.
Il termine ultimo per aggiornare l’ISEE e ottenere il ricalcolo retroattivo degli importi era fissato al 30 giugno 2025. Superata questa data, non sarà più possibile ricevere gli arretrati dell’Assegno Unico spettanti da marzo in poi. Chi ha provveduto in tempo riceverà direttamente sul conto quanto dovuto. Gli altri, invece, dovranno accontentarsi dell’importo minimo, senza alcuna integrazione per i mesi passati.