Cinema, se vedi questo film ti pagano loro | 550 euro dritti nel portafoglio: sono previste code lunghissime
Cinema ti pagano per vedere il film (Canva foto) - www.financecue.it
Sembra un sogno, ma c’è chi ha davvero ricevuto 550 euro dopo essere andato al cinema: adesso ci sarà la fila!
C’è un’esperienza che tutti, almeno una volta, abbiamo vissuto in sala: sedersi in orario, pronti per godersi il film, e ritrovarsi invece a guardare pubblicità per decine di minuti.
Un’attesa spesso snervante, che trasforma l’entusiasmo in frustrazione, specie quando l’orario sulla locandina non corrisponde a quello reale di inizio proiezione.
In quei minuti rubati si accumula fastidio, ma quasi nessuno pensa che ci sia qualcosa da fare. Si sopporta in silenzio, si scrollano le spalle. Eppure, qualcuno ha deciso di non accettare passivamente questa consuetudine, trasformando un piccolo disagio in una questione di principio e di giustizia.
Dietro questa vicenda c’è una sala cinematografica, un orario disatteso e uno spettatore determinato a far valere i propri diritti. Nulla di eclatante, apparentemente. Eppure, la storia ha fatto rapidamente il giro dei media internazionali e ora si discute anche in Europa se casi del genere possano aprire nuovi scenari per i consumatori.
Il risarcimento che nessuno si aspettava
È accaduto in India, dove un giovane di Bengaluru, Abhishek MR, ha portato in tribunale la catena PVR Inox per una proiezione iniziata con ben 25 minuti di spot prima del film. Il biglietto indicava le 16:05 come orario d’inizio, ma la pellicola è partita molto più tardi, compromettendo i suoi impegni e causandogli disagio. Il tribunale del consumatore gli ha dato ragione, definendo l’attesa “una forma di tortura psicologica”.
Secondo quanto riportato da Tendence Daily in un post su Instagram, la corte ha stabilito un risarcimento totale di circa 550 euro a favore del ragazzo, condannando la catena a indicare chiaramente l’orario effettivo di inizio film, escludendo gli spot. La notizia ha scatenato una reazione a catena: sono previste code lunghissime – simbolicamente – perché questo precedente potrebbe spingere migliaia di persone in altri Paesi a fare lo stesso. Il dibattito ha già varcato i confini indiani e potrebbe presto interessare anche l’Italia.
Una decisione che potrebbe cambiare le regole
La sentenza del tribunale indiano ha acceso un riflettore internazionale su una pratica da tempo tollerata nei cinema di tutto il mondo. La consuetudine di far precedere ogni film da lunghi blocchi pubblicitari è ora messa in discussione non solo dal pubblico, ma anche da chi si occupa di tutela dei consumatori. Il tempo trascorso in sala, secondo i giudici, non può essere considerato meno importante solo perché dedicato all’intrattenimento: ogni minuto ha valore.
Questo episodio potrebbe innescare un cambiamento significativo nel settore cinematografico. Se il caso di Abhishek MR farà da apripista a nuove cause, le catene saranno costrette a rivedere i propri modelli di comunicazione e trasparenza. E se in India un tribunale ha già tracciato la strada, la discussione potrebbe presto coinvolgere l’Europa e l’Italia, aprendo una riflessione collettiva su ciò che uno spettatore ha realmente il diritto di aspettarsi quando acquista un biglietto.