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Ti pagano ma non ti mandano in pensione: fai attenzione a questo bonus | Se l’hai riscosso lavori fino a crepare

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Attenzione pensione (Canva foto) - www.financecue.it

Chi ha diritto alla pensione ma continua a lavorare può ricevere un extra in busta paga, ma c’è un dettaglio da non sottovalutare.

Il traguardo della pensione non è più quello che sembrava fino a pochi anni fa. Oggi, arrivarci significa anche dover fare scelte complesse, che riguardano non solo il momento giusto per smettere, ma anche se conviene davvero farlo. Molti lavoratori si trovano di fronte a un bivio: prendere la pensione quando si ha diritto o rimanere al lavoro per ottenere un vantaggio economico temporaneo?

In un contesto dove l’età pensionabile si sposta sempre più avanti e la stabilità del sistema previdenziale è sotto osservazione, iniziano a emergere nuove forme di incentivi che promettono un ritorno immediato.

Il lavoratore che decide di restare attivo, anche se ha maturato i requisiti per l’uscita, può infatti ricevere qualcosa in più. Ma questo “in più”, a guardarlo bene, ha un peso nascosto.

Ciò che a prima vista appare come una premialità, in realtà potrebbe celare un effetto boomerang. Chi sceglie di restare al lavoro, viene effettivamente pagato di più, ma a un prezzo.

Come funziona davvero l’incentivo in busta paga

Il meccanismo, introdotto con la legge di Bilancio 2025, riguarda i lavoratori che entro il 31 dicembre 2025 maturano i requisiti per la pensione anticipata flessibile (Quota 103) o per la pensione anticipata ordinaria (almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, uno in meno per le donne). Questi lavoratori, se decidono di non andare in pensione, possono chiedere di ricevere direttamente in busta paga la quota di contributi Ivs a loro carico, non imponibile fiscalmente.

L’Inps ha chiarito con una circolare del 16 giugno che il bonus è applicabile anche ai lavoratori iscritti a forme esclusive o sostitutive dell’Ago. Come precisa Today, si tratta di una misura che “rende immediatamente operativo il cosiddetto bonus Giorgetti”. Il beneficio però incide sul montante contributivo: la quota non versata dal lavoratore non verrà accreditata, il che comporta, al momento della pensione, un assegno mensile più basso. L’incentivo si annulla nel momento in cui si revoca la decisione o si accede a qualsiasi forma di pensione diretta, tranne l’assegno di invalidità.

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Andare in pensione (Canva foto) – www.financecue.it

Un guadagno immediato, ma una pensione più bassa

Chi accetta il bonus riceverà più soldi oggi, perché la parte dei contributi normalmente trattenuta verrà girata direttamente nello stipendio. Ma al momento dell’uscita definitiva, la pensione sarà più bassa. Questo perché la quota mancante riduce il montante su cui si calcola la parte contributiva dell’assegno. Il taglio, in media, si aggira intorno al 9,19% della retribuzione, una percentuale che, spalmata nel tempo, può generare una differenza rilevante.

Il bonus non è quindi un premio, ma una scelta consapevole da valutare con attenzione. Chi decide di restare al lavoro per incassare il vantaggio fiscale, deve sapere che la contropartita sarà una pensione più leggera. Restare in servizio può dare soddisfazioni economiche nel breve periodo, ma il prezzo da pagare si rivelerà sul lungo termine.