Ferie accumulate, se non le sfrutti entro questa arrivano i guai | Maxi multa da 5400€: la Legge parla chiarissimo

Multa per ferie non godute (Canva foto) - www.financecue.it
Rischi una multa salatissima: ferie accumulate, se non le sfrutti entro questa data arrivano i guai! Scopri i dettagli.
Mentre molti iniziano a sognare le vacanze estive, in azienda si apre una fase ben diversa: quella della verifica delle ferie residue. Ogni anno, con l’avvicinarsi del 30 giugno, questa operazione diventa un passaggio cruciale per i datori di lavoro, spesso sottovalutato.
La posta in gioco non è solo organizzativa, ma anche economica e legale.
Il diritto alle ferie è tutelato dalla legge in modo molto rigoroso: oltre a garantire il benessere del lavoratore, rappresenta un obbligo per il datore. In caso di inosservanza, possono scattare sanzioni anche pesanti.
La normativa italiana, infatti, stabilisce tempi e modalità precise entro cui le ferie vanno fruite, pena conseguenze significative per l’azienda. Ma scopriamo tutti i dettagli.
Attenzione alle ferie maturate
A complicare la gestione ci sono spesso esigenze operative aziendali, malattie prolungate o cassa integrazione, che impediscono il pieno godimento delle ferie nei tempi previsti. Tuttavia, il quadro normativo non ammette leggerezze: la responsabilità resta in capo al datore di lavoro, che deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per permettere ai dipendenti di usufruire del proprio diritto al riposo.
Le norme che regolano questa materia sono numerose e stratificate, dal Codice Civile fino alle direttive europee, passando per la contrattazione collettiva. Nonostante la complessità, l’obbligo resta chiaro: verificare le ferie maturate nel 2023 e il loro utilizzo entro fine giugno. In caso contrario, potrebbero profilarsi scenari poco piacevoli.
Gli obblighi del datore entro il 30 giugno
Secondo quanto riportato da Lavorosì, il 30 giugno 2025 rappresenta il termine ultimo entro cui i datori di lavoro devono controllare se i dipendenti hanno fruito delle ferie maturate nel 2023. Qualora non fossero state godute, l’azienda è obbligata a versare i contributi INPS in via anticipata entro il 20 agosto 2025 e, in aggiunta, potrebbe incorrere in sanzioni amministrative.
Le multe previste sono graduate a seconda dell’estensione e della durata dell’inadempimento. La cifra più alta può arrivare a 5.400 euro, qualora l’azienda abbia violato la norma per almeno quattro anni consecutivi o nei confronti di oltre dieci dipendenti. In situazioni particolarmente gravi, si rischia anche la sospensione del DURC. Inoltre, il lavoratore potrebbe agire legalmente per ottenere un risarcimento legato al danno da mancato riposo. Tutto ciò rende indispensabile una pianificazione accurata da parte delle imprese, per evitare guai ben più grandi del semplice accumulo di giorni di ferie.