Pensione di reversibilità, l’addio è ufficiale | Migliaia di vedove tornano a lavorare: per l’Italia è la fine di un’era
Vedova in lacrime (Depositphotos foto) - www.financecue.it
Un cambio radicale alle regole della reversibilità mette in allarme migliaia di famiglie italiane: c’è molto in gioco.
Ci sono cose che pensavamo fossero lì per restare. I diritti conquistati, le sicurezze acquisite con il tempo, insomma quelle certezze che – nel bene o nel male – ci hanno accompagnato per decenni. E invece, piano piano, qualcosa comincia a scricchiolare. Quando si toccano certe tutele, come quelle legate alla vecchiaia, il malumore cresce. E fa rumore.
Le pensioni, ecco, sono uno di quei temi “caldi”. Ci si costruisce sopra un pezzo di vita. Sono più di un semplice assegno: rappresentano l’idea di un futuro almeno dignitoso, specie per chi non ha mai avuto grandi entrate. Ogni modifica al sistema pensionistico, quindi, scatena reazioni forti. Perché – diciamocelo – non si parla solo di conti pubblici, ma di persone, di famiglie.
E quando si entra nel merito di questioni delicate come quella della reversibilità, la discussione si fa ancora più tesa. Si parla di chi ha perso un marito, una moglie, e si ritrova a dover affrontare il peso di tutto da sola. Finora c’era almeno un piccolo sostegno economico, una sorta di continuità. Adesso però le cose stanno per cambiare – e di brutto.
Il punto è che dietro ogni assegno c’è una storia. Anni di lavoro, di contributi versati, di fatiche mai del tutto riconosciute. E ora, per molti, potrebbe arrivare una doccia fredda. Ma ci arriviamo tra poco. Prima vale la pena capire bene da dove nasce tutto questo polverone.
Un diritto a rischio per centinaia di migliaia di donne
A farne le spese, come sempre, sarebbero soprattutto le donne. Quelle più anziane, spesso rimaste sole e senza altri redditi. Pedretti parla chiaramente di una “rapina legalizzata”. Perché, dice, i contributi sono stati versati davvero. Non si tratta di un favore, ma di un diritto costruito nel tempo. E ora si rischia che quei contributi spariscano nel nulla. O peggio, restino nelle casse dello Stato.
Il rischio, concreto, è che centinaia di migliaia di persone si trovino improvvisamente senza nulla. Anche i sindacati – Cgil, Cisl e Uil – si sono mossi, chiedendo al Governo un confronto. Ma intanto l’idea che questa situazione vada avanti così com’è fa paura. Per tante famiglie sarebbe la fine di un’epoca. E l’inizio di una nuova, molto più incerta.
Un nuovo disegno di legge sotto osservazione
Come riporta Il nuovo giornale dei Militari, l’allarme lo ha lanciato Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi-Cgil, in un’intervista uscita sull’Huffington Post. Secondo lui, il Governo ha presentato alla commissione lavoro della Camera un disegno di legge delega piuttosto pesante. Il nodo principale? La pensione di reversibilità non verrebbe più considerata una prestazione previdenziale, ma una sorta di assistenza legata al reddito.
Tradotto: per riceverla bisognerà avere un Isee basso. E si sa, l’Isee in Italia è un parametro che basta pochissimo per superare. Anche un figlio che vive con te e ha uno stipendio minimo può farti perdere il diritto. O una casa condivisa con un’amica, magari pure lei vedova, può essere sufficiente per farti uscire dai requisiti. La casa stessa, se di proprietà, pesa sul calcolo e rischia di tagliare tutto.