106,00€, annunciato il canone mensile | Se possiedi la macchina devi pagarlo: non importa quanto la usi

106 euro al mese, anche se la macchina è ferma: ecco cosa cambia per gli automobilisti, un’altra tassa in arrivo.

Per molti automobilisti italiani, la mobilità elettrica ha rappresentato fino a oggi una promessa di risparmio, sostenibilità e praticità.

In un contesto sempre più attento all’ambiente, scegliere un’auto a zero emissioni sembrava la strada giusta per contribuire a un futuro più pulito. Ma negli ultimi mesi qualcosa è cambiato, e non tutti riescono più a vedere questo passaggio come un vantaggio.

Le abitudini di guida degli italiani sono quanto mai eterogenee. C’è chi utilizza l’auto solo nei weekend, chi si limita a pochi chilometri al giorno, e chi ancora la tiene in garage per settimane intere.

In questo panorama variegato, non tutte le formule proposte per l’uso dell’elettrico riescono ad adattarsi ai bisogni reali delle persone. Quando il costo fisso prende il posto del consumo reale, l’effetto può diventare penalizzante.

Nuovo sistema tariffario per le auto

Un cambiamento recente sta sollevando un ampio dibattito tra consumatori e associazioni di settore. Non si tratta di un nuovo balzello statale, né di un’imposta calcolata in base alla cilindrata o alla classe ambientale. È qualcosa di più sottile, ma altrettanto pesante per chi deve affrontarlo ogni mese. Un costo fisso, indipendente dall’uso effettivo del veicolo, che rischia di colpire soprattutto le fasce più fragili.

L’impressione crescente è quella di trovarsi di fronte a un sistema tariffario poco equo, che non tiene conto della varietà di esigenze degli utenti. E mentre si moltiplicano le iniziative per incentivare l’acquisto di auto elettriche, crescono anche le segnalazioni di automobilisti delusi dalle spese impreviste e dalla mancanza di trasparenza.

Il nuovo canone fisso mensile e chi è coinvolto

Al centro della questione c’è il piano A2A Easy Moving, che prevede un abbonamento mensile di 106 euro per un tetto massimo di 300 kWh. L’importo è richiesto anche se il veicolo non viene utilizzato, trasformando di fatto la ricarica in un canone obbligatorio. Come spiega Finanza.com, il modello non premia chi guida poco e risulta particolarmente penalizzante per pensionati, famiglie e pendolari con tragitti brevi.

L’aspetto più controverso è l’assenza di alternative a consumo: l’importo è fisso per tutti, indipendentemente dalle reali necessità. Chi possiede un’ibrida plug-in si ritrova a pagare sia la benzina sia l’abbonamento elettrico, mentre chi ha scelto l’elettrico sperando in un risparmio si scontra ora con una spesa mensile percepita come una tassa nascosta.