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Ferie, approvati 10 giorni extra all’anno | Spettano a tutti i lavoratori: firmata la circolare del secolo

Ferie

Lavoratore esulta ferie aggiuntive illustrazione (Canva foto) - financecue.it

Ferie, firmata la circolare che concede 10 giorni extra all’anno ai lavoratori: un passo rivoluzionario, scopri chi ne ha diritto.

Per molti, il lavoro quotidiano rappresenta una corsa contro il tempo, un accumulo di responsabilità che raramente lascia spazio al recupero personale. In un contesto globale dove la produttività viene spesso anteposta al benessere individuale, alcune realtà stanno cercando di invertire la rotta. La tensione tra vita professionale e salute mentale è ormai evidente e richiede soluzioni non convenzionali.

Negli ultimi anni, la consapevolezza collettiva sull’importanza del tempo libero si è fatta più marcata. Il bisogno di staccare, rallentare e ritrovare equilibrio è diventato un’urgenza, soprattutto nei contesti in cui lo stress è elevato e il tempo per sé scarseggia. Le aziende che comprendono questo cambiamento culturale stanno riscrivendo le regole della gestione del personale.

C’è chi inizia a riconoscere il valore di una pausa, non come segnale di debolezza ma come strumento per ritrovare lucidità e produttività. In questa prospettiva, alcune iniziative assumono un significato simbolico e pratico dirompente. Offrire tempo libero retribuito senza condizioni straordinarie è un messaggio potente, una scelta che rompe con la logica del sacrificio continuo.

Mentre molti sistemi continuano a ignorare il malessere latente nei luoghi di lavoro, c’è chi propone alternative concrete. Ed è proprio in un contesto dove il lavoro è spesso sinonimo di pressione, che emerge una circolare destinata a far discutere, aprendo nuove possibilità per i lavoratori.

Una pausa dalla produttività imposta

In Cina, nella provincia di Henan, il fondatore della catena retail Pang Dong Lai, Yu Donglai, ha firmato una circolare che introduce il cosiddetto “congedo di infelicità”: un diritto a 10 giorni extra di ferie retribuite ogni anno, concessi a tutti i dipendenti. Come riporta HR News, la misura nasce per contrastare la cultura dell’iper-lavoro e favorire la serenità mentale, permettendo a chi si sente stanco o demotivato di prendersi una pausa.

Questa iniziativa non è simbolica: i giorni vengono regolarmente retribuiti e possono essere utilizzati senza giustificazioni mediche, semplicemente per recuperare energia e benessere. L’obiettivo, chiarisce Yu Donglai, è restituire dignità e umanità al lavoro, opponendosi a una cultura professionale che troppo spesso trascura i bisogni emotivi. Una scelta che sta ricevendo largo consenso anche sui social cinesi, dove sempre più persone reclamano più tempo per sé.

Lavoratore
Lavoratore triste congedo di infelicità illustrazione (Canva) – financecue.it

Il benessere come diritto universale

Il congedo di infelicità si inserisce in un panorama in trasformazione, dove il concetto di benessere non è più un privilegio, ma un diritto. Il caso di Yu Donglai diventa emblematico non solo per la sua portata pratica, ma per il messaggio che trasmette: riconoscere la fatica emotiva come valida quanto quella fisica.

In un sistema lavorativo che tende a misurare il valore dei dipendenti solo attraverso i risultati, questa scelta rappresenta una rottura decisa con il passato.