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Dazi per l’Unione Europea prima dal 1° giugno, ora dal 9 luglio: la nuova stretta di Trump e cosa sta succedendo

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Dazi USA UE illustrazione (Canva foto) - financecue.it

Dazi del 50% per l’Unione Europea a partire dal 1° giugno, poi rimandati al 9 luglio dopo una telefonata con la presidente de la Commissione Europea Ursula von der Leyen: la nuova stretta di Trump, le tensioni commerciali risalgono.

Negli ultimi anni, le relazioni commerciali internazionali sono diventate sempre più instabili. Gli equilibri costruiti a fatica nel tempo sembrano oggi più fragili che mai, complici decisioni politiche che mescolano interessi economici e strategici. In questo scenario, le tensioni tra Stati Uniti e Unione Europea tornano ad accendersi, con toni che ricordano i momenti più critici della guerra dei dazi.

Mentre le diplomazie cercano spiragli di dialogo, le parole forti arrivano dai vertici. Il linguaggio diretto, senza filtri, usato dal presidente degli Stati Uniti non lascia molto spazio ai fraintendimenti. Si alza il livello dello scontro, e a farne le spese rischiano di essere soprattutto le imprese europee, già messe alla prova da un contesto economico incerto.

In Italia, la preoccupazione c’è, ma non manca un certo orgoglio. Il ministro dell’Economia ha parlato di “resilienza pazzesca” da parte degli imprenditori italiani, convinto che il sistema produttivo saprà affrontare anche questa nuova sfida.

Nel frattempo, i mercati hanno reagito subito. Le principali borse europee hanno chiuso in rosso, con Milano in calo di quasi il 2%. Gli investitori temono l’effetto domino e si rifugiano in asset più sicuri come l’oro, che ha registrato un’impennata. La tensione è tangibile, e l’attenzione resta altissima.

Tra dichiarazioni esplosive e tentativi di mediazione

A far scattare l’allarme è stato l’annuncio di Donald Trump: dazi del 50% su tutti i prodotti europei a partire dal 1° giugno. Il messaggio, pubblicato sul suo social Truth, è arrivato come un fulmine, accompagnato da dure critiche all’Unione Europea, accusata di approfittarsi degli Stati Uniti. I negoziati, ha detto, sono bloccati. E ora, secondo lui, è tempo di agire.

A Bruxelles si era scelto, in un primo momento, il silenzio ufficiale. Ma, dopo una telefonata von der Leyen-Trump avvenuta lo scorso 26 maggio, è stato annunciato che i dazi sarebbero stati rimandati al 9 luglio in attesa di un accordo. Diverse capitali europee avevano reagito in un primo momento. Parigi ha chiesto di abbassare i toni ma promette fermezza. L’Irlanda, partner storico degli Usa, ha parlato di “danno grave”. E Berlino ha avvertito: “questi dazi non aiutano nessuno”. Lo scontro è aperto, ma la speranza di una mediazione resta, come ha sottolineato anche il ministro Tajani, favorevole a un’intesa e contrario a una guerra commerciale.

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Dazi USA UE mercato illustrazione (Canva foto) – financecue.it

La stretta su iPhone e l’export italiano a rischio

Il colpo più forte, però, riguarda proprio il commercio concreto. Come riportato dal Corriere, la misura colpirebbe tutti i Paesi Ue, tranne il Regno Unito, che ha già trovato un accordo separato con Washington. Il settore agroalimentare italiano rischia molto: nel 2024 ha esportato negli Stati Uniti prodotti per oltre 7,8 miliardi di euro. Ora, con dazi così alti, molte imprese potrebbero vedere sfumare anni di lavoro.

E non finisce qui. Trump ha lanciato anche un avvertimento diretto ad Apple: se non costruirà gli iPhone negli Usa, scatteranno tariffe del 25%. Un messaggio chiaro, che coinvolge non solo l’azienda ma intere filiere produttive, spesso basate in Europa.